ROMA (MF-DJ)--"Mancano 4 giorni al 7 gennaio, giorno di riapertura in diverse regioni. Poi seguiranno le riaperture del 10: non è possibile che si stia ancora discutendo sul da farsi. La scuola ha bisogno di programmazione non possiamo decidere oggi come riaprire tra 4 giorni. E' difficile cambiare le regole con così poco anticipo".

Lo ha detto al Messaggero il presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, in merito alla discussione sull'opportunità o meno di far tornare le classi in presenza il 7 e il 10 gennaio.

Ci sono "difficoltà organizzative: per le scuole, che dovranno prevedere lezioni online nelle aree in cui si decidesse di posticipare il rientro, e per le famiglie, che dovranno tenere i figli a casi soprattutto nel caso dei più piccoli che non possono restare soli. La scuola è un sistema complesso che coinvolge milioni di famiglie".

"E' chiaro che di fronte ad una situazione di grave emergenza -ha spiegato- si va in dad. Si tratta comunque di un allarme che va avanti da settimane, sapevamo da tempo che a gennaio sarebbe arrivato il picco dei contagi: non credo che sia una sorpresa. Possiamo pensare di lasciare chiuse le scuole ma nel frattempo bisogna muoversi in un altro modo, tra vaccini e tamponi ad esempio: altrimenti che senso ha?".

"Le scuole seguono le indicazioni del Cts. Se deve cambiare qualcosa sarà il Comitato a dire la sua: ascoltare tante voci non serve. Avevo proposto di puntare a una certa percentuale di vaccinati ma la popolazione scolastica ha diverse fasce di età: tra i 16-19enni siamo tra l'80 e l'85%, ma tra i piccoli la quota è molto più bassa. Tra i bambini dai 5 e gli 11 anni le vaccinazioni sono iniziate da pochi giorni ed è tra loro che i contagi sono in aumento. Comunque, purtroppo, non abbiamo dati ufficiali per fascia di età", ha proseguito.

"Possiamo puntare anche su mascherine e tamponi. È prevista la mascherina Ffp2 per i docenti che insegnano a contatto con alunni che non indossano le mascherine, come i bambini sotto i sei anni o gli studenti che non la portano per motivi di salute. Sarebbe utile allora chiedere un parere al Cts per far utilizzare le mascherine ffp2 a tutti i docenti e a tutti gli studenti. Si tratta di una protezione maggiore: so che in passato il Cts aveva dato un parere negativo ma forse, alla luce nei nuovi contagi, potrebbe essere invece utile una mascherina di quel tipo".

Resta il nodo tamponi. "Lo screening a tappeto, tra tutti gli studenti, sarebbe un elemento molto utile. Lo chiediamo da tempo ma per ora non è stato programmato: da qui al 7, ormai, non c'è più tempo. A dicembre abbiamo chiuso con 10mila classi in quarantena, forse anche 20mila: non è facile da dire visto che parliamo di stime sui dati generali. Ora riapriamo e la situazione potrebbe essere anche peggiore, visto che i dati generali sono in forte aumento rispetto alla settimana prima di Natale", ha continuato.

Su come organizzare le quarantene "esiste un decreto, che non riguarda la scuola ma tutti, sulle nuove quarantene per i vaccinati che, di fatto, possono evitare l'isolamento procedendo con l'auto-sorveglianza. La scuola segue un protocollo di sicurezza ad hoc ma immagino che debba essere rivisto in linea con la legge. Siamo in attesa anche su questo fronte: domani incontreremo il ministro all'istruzione, Bianchi, e chiederemo chiarimenti anche se l'incontro verte su altre tematiche".

Al primo certificato di positività, "il dirigente scolastico deve mandare in didattica a distanza tutta la classe, per motivi di sicurezza, in attesa dell'intervento della Asl che provvede, se necessario, a mandare in quarantena gli alunni. Se l'intervento della Asl non arriva, si va avanti con la dad".

Le scuole non conoscono i nomi dei vaccinati, "si pone il problema di privacy come è accaduto per il personale scolastico. Non spetta ai dirigenti mettere in quarantena gli alunni, anche in questo caso seguiremo le indicazioni delle Asl", ha concluso Giannelli.

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January 03, 2022 02:38 ET (07:38 GMT)