Le spese legali e un quasi dimezzamento dei ricavi netti hanno colpito gli utili della seconda banca Svizzera, che sta ancora soffrendo a causa dei miliardi di perdite accumulati nel 2021. La pressione degli azionisti sta aumentando anche a causa di quella che è stata descritta come una gestione sconsiderata della banca.

I dati evidenziano un crescente divario tra Credit Suisse e la maggiore concorrente Ubs, che ieri ha registrato il suo miglior utile del primo trimestre in 15 anni.

Il common equity tier 1 ratio è sceso al 13,8% dal 14,4% di fine 2021.

"Il primo trimestre del 2022 è stato caratterizzato da condizioni di mercato volatili e dall'avversione al rischio dei clienti. Queste condizioni, insieme all'impatto di una riduzione della nostra propensione al rischio nel 2021, quando abbiamo intrapreso azioni decisive per rafforzare la nostra base complessiva di rischi e controlli, hanno avuto un impatto negativo sui nostri ricavi netti", ha detto il Chief Executive Thomas Gottstein in un comunicato.

Credit Suisse ha annunciato che tre dei suoi dirigenti di più lunga data stanno lasciando i loro ruoli. Dopo di che, il comitato esecutivo di Credit Suisse sarà composto interamente da manager che hanno assunto i ruoli attuali non prima del 2020.

Il Chief financial officer David Mathers lascerà non appena sarà trovato un successore adatto, mentre il Group general counsel Romeo Cerutti lascerà l'azienda dopo oltre 10 anni per essere sostituito dall'ex General counsel di Ubs Markus Diethelm.

La banca ha anche nominato Edwin Low capo della divisione Asia-Pacifico, rimpiazzando il manager di lungo corso Helman Sitohang, ed ha portato Francesca McDonagh a capo della regione Emea. 

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing XXX)