Parafrasando uno degli ex Presidenti francesi: "Le promesse impegnano solo coloro che ci credono". Potremmo estendere il ragionamento e dire che lo stesso vale per gli annunci, e il Presidente americano non fa eccezione alla regola. Così, ogni pretesto è buono per giustificare un'azione e incitare il proprio elettorato, anche sbagliando di grosso. Ma di cosa stiamo parlando, esattamente?

Il grafico sottostante illustra l'andamento del dollaro americano rispetto al rublo russo a partire dal 2021.

Devises

Fonte: Bloomberg

Come si può notare, l'invasione dell'Ucraina ha effettivamente provocato un forte deprezzamento della valuta russa, ma (non sarà sfuggito a nessuno) seguito rapidamente da un ritorno del pendolo. Dal 2022 la coppia si è mossa all'interno di un canale ascendente, la cui uscita dal fondo segna un cambiamento di momentum. Tuttavia, è ancora presto per parlare di un'inversione di tendenza. Per questo, sarebbe necessario rompere il supporto a 86.64, il che aprirebbe la strada a un calo verso 68.67. Possiamo tenere d'occhio la media mobile a 21 settimane, che attualmente si trova intorno a 93,30, per anticipare una rottura.

Nel resto del mondo, lo yen giapponese continua a essere sotto pressione rispetto alle principali altre valute del G10 (soprattutto contro GBP, CHF, CAD, NZD, AUD).

In Europa, avevamo menzionato la scorsa settimana che l'euro e la sterlina britannica (GBP) conducevano la stessa battaglia contro il dollaro. Alcuni lettori ci hanno quindi chiesto quale delle due valute fosse da privilegiare. La risposta non è affatto scontata, dato che la coppia EURGBP si muove dal 2017 all'interno di un range con limiti 0.8300/0.9300-9400. A breve termine, sembra che l'euro voglia continuare a sottoperformare e dirigersi verso questo limite inferiore.