MILANO (MF-DJ)--La banca centrale Usa ha ha raccontato ai mercati quello che si aspettavano e ha mostrato la flessibilità di cui avevano bisogno considerata la complessa situazione attuale. Quindi la settimana scorsa il governatore della Fed, Jerome Powell, ha parlato di avvio di tapering, la riduzione degli acquisti di asset a breve (ora per 120 miliardi di dollari al mese) probabilmente già a novembre fino a metà del prossimo anno e un aumento dei tassi di interesse nel 2022. Il governatore ha assicurato il costante sostegno all'economia se ce ne fosse bisogno. Anche perché il pil è atteso crescere quest'anno del 5,9% rispetto al 7% inizialmente previsto, mentre l'inflazione è stimata al 4,2% nel 2021, spinta dalla fiammata delle materie prime.

Dalle proiezioni economiche dei membri del board (dot-plot), scrive Milano-Finanza, è emerso poi che il costo del denaro, ora fermo allo 0,25%, è atteso all'1,8% (mediano) nel 2024. Un dato che può essere confrontato con il 2,4% del dicembre 2018, a significare la grande cautela della Banca centrale americana in un momento in cui l'inflazione corre, spinta dalla mancanza delle materie prime, di cui la Cina a suo tempo ha fatto scorta mentre nel 2020 il mondo era in lockdown stretto e l'unico grande Paese ad avere un pil positivo era per l'appunto Pechino. Non a caso i mercati hanno reagito bene alla conferenza stampa di Powell, la settimana scorsa. Con un costo del denaro che rischia di restare molto contenuto per anni, le azioni continuano ad avere pochi concorrenti sul mercato. E l'unico motivo per cui Wall Street ha chiuso la settimana in leggero rosso è per le vicende di Evergrande, il colosso immobiliare cinese sull'orlo del default e, in secondo luogo, a causa della Banca centrale di Pechino che ha avvertito i mercati che ogni transazione in criptovalute è considerata illegale.

Secondo Silvia Dall'Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, «la Fed è sulla buona strada per il tapering verso la fine di quest'anno, ma tutto ciò potrebbe verificarsi in una fase imbarazzante, dato che la crescita, l'inflazione e lo stimolo fiscale hanno probabilmente superato i rispettivi picchi, mentre i rischi relativi all'evoluzione della pandemia non sono scomparsi». Inoltre sono emersi nuovi rischi riguardanti le dinamiche politiche interne e gli sviluppi internazionali, prosegue Dall'Angelo, «in particolare le turbolenze nel settore immobiliare cinese. Tutte queste considerazioni determineranno alla fine la traiettoria di rimozione del sostegno della politica monetaria, un processo che sarà probabilmente lungo e cauto».

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2708:49 set 2021

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September 27, 2021 02:50 ET (06:50 GMT)