ROMA (MF-DJ)--Il G20 di Roma si chiude con un accordo senza impegni. Boris Johnson non è soddisfatto, e lo dice apertamente. L'obiettivo di rallentare il surriscaldamento globale "resta in bilico". Per ora "non ci siamo". Nelle venti pagine conclusive del vertice G20 di Roma il paragrafo sul clima era il più atteso. Non solo per via della pressione mediatica di Greta Thunberg e di chi ha a cuore il futuro del pianeta. Oggi a Glasgow entra nel vivo un altro vertice, quello organizzato dall'Onu sui cambiamenti climatici. Sono attese 25mila persone, la città scozzese è stata in grado di accoglierne 15mila.

Ad aprire i lavori ci saranno il premier inglese e Mario Draghi. I negoziatori italiani ed europei, scrive La Stampa, hanno lavorato fino all'ultimo per ottenere il miglior risultato possibile a Roma, pur dovendo fare i conti con lo scetticismo di Cina e India, poco disponibili a farsi carico più di altri della transizione ecologica. I venti si sono detti d'accordo a "contenere l'aumento delle temperature globali entro il limite di 1,5 gradi". Promettono "entro questo decennio" di accelerare gli interventi necessari ad azzerare le emissioni "entro la metà del secolo". I venti non sono stati concordi nel fissare un limite più preciso, che nella bozza precedente era al 2050.

Greta Thunberg lo definirebbe un "bla bla bla", Draghi è comunque soddisfatto. Spiega che si tratta di impegni migliori rispetto a quelli fissati dalla riunione dei ministri dell'Ambiente del G20, e di considerare un successo la promessa di non finanziare più centrali a carbone, con le quali la Cina "produce la metà del fabbisogno mondiale di acciaio". Se sarà possibile ottenere qualcosa di più, lo si capirà nei prossimi dieci giorni.

In Scozia tutti gli Stati firmatari degli accordi di Parigi dovranno confermare i singoli impegni alla riduzione dei gas serra, rimasti fermi al 2015 e giudicati insufficienti a evitare il peggio. L'accordo di Glasgow è l'unica strada per ottenere l'obiettivo di ridurre il surriscaldamento globale: "Se falliremo, lo sarà per tutti", avverte Johnson. "Le chance di farcela sono sei su dieci". I grandi Paesi ricchi promettono ulteriori sforzi per la decarbonizzazione, ma anche questa volta molto dipenderà da due dei quattro grandi inquinatori della terra, Cina e India.

In attesa di evitare il collasso ambientale, i leader hanno preso un impegno più rapido a sconfiggere il Covid, vaccinando il 40% della popolazione mondiale entro la fine di quest'anno e il 70 entro giugno 2022. Verranno migliorati gli sforzi "per garantire un accesso tempestivo, equo ed universale a vaccini efficaci". La ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor ha chiesto di andare oltre le parole, fermando le campagne per le terze dosi nei Paesi ricchi e aiutando così l'ultimo Continente povero a fermare la pandemia.

I risultati più tangibili del G20 sono sui temi più strettamente economici. I venti hanno firmato l'ultimo accordo per l'introduzione di una tassa minima alle multinazionali pari al 15 per cento dei fatturati globali. Emmanuel Macron, leader di uno dei Paesi che più di altri ha premuto per la tassa, lo definisce un "risultato storico". Spiega anche quali saranno i (non facili) passi necessari a far diventare la tassa realtà: "Nel corso del 2022 firmeremo una convenzione all'Ocse": entrerà in vigore il primo gennaio 2023. Nel frattempo "presenteremo alla Commissione europea una proposta di direttiva".

Macron, dal primo gennaio 2022 presidente di turno dell'Unione, promette di spingere perché venga approvata dal Parlamento di Strasburgo entro la fine del semestre. L'accordo sulla tassa sancisce il riavvicinamento delle due sponde dell'Atlantico dopo lo scontro sul ritiro dall'Afghanistan, completato da una firma a latere fra Washington e Bruxelles per rivedere le tariffe sull'acciaio volute dall'amministrazione Trump. "Sono orgoglioso dell'accordo sulla tassa minima globale. Grazie all'Italia e a Draghi per il grandissimo lavoro fatto", dice Joe Biden.

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November 01, 2021 04:10 ET (08:10 GMT)