TOKYO (awp/ats/ans) - La svalutazione dello yen e l'aumento dei prezzi delle materie prime contribuiscono al maggior deficit di sempre della bilancia commerciale in Giappone.

In base ai dati del ministero delle Finanze, in dicembre il rosso si assesta a 19.970 miliardi di yen, equivalenti a 144 miliardi di euro, l'importo più elevato dall'inizio delle statistiche, nel 1979. Il valore delle importazioni è cresciuto del 39,2%, rispetto al +18,2% dell'export.

I dati che si riferiscono all'intero 2022, evidenziano il fattore di rischio della competa dipendenza del Paese dall'approvvigionamento estero delle risorse energetiche e minerarie, e le dinamiche geopolitiche aggiuntive scaturite dal conflitto in Ucraina.

L'indebolimento dello yen, ai minimi in quasi 30 anni sul biglietto verde, hanno incrementato a livelli insostenibili i prezzi all'importazione e spinto l'inflazione sui massimi in oltre 40 anni. Per il solo mese di dicembre il deficit è pari a 1.450 miliardi di yen, con le importazioni cresciute del 20,6% e l'export ad una quota quasi dimezzata dell'11,5%.