TOKYO (awp/ats/ans) - In Giappone è stata registrata la maggiore flessione in oltre 8 anni per i salari reali, sulla scia dei ripetuti aumenti dei prezzi dei beni di consumo e delle materie prime, e malgrado le rinnovate richieste del governo per sostenere il ciclo di crescita del paese.

In base ai dati diffusi oggi dal ministero del lavoro, i salari aggiustati rispetto all'inflazione sono scesi del 3,8% in novembre: si tratta dell'ottavo calo mensile consecutivo e del maggior declino dal maggio 2014, quando l'aumento dell'Iva causò una diminuzione del valore delle buste paga del 4,1%.

Gli aumenti dei salari saranno, come da tradizione in Giappone, al centro del periodo primaverile dello 'shunto', ovvero la fase durante la quale i maggiori gruppi sindacali discutono gli aumenti retributivi. Nei giorni scorsi, in un discorso alla comunità economica, il premier conservatore Fumio Kishida aveva esortato i dirigenti aziendali ad adeguare i compensi dei lavoratori per evitare il rischio di una stagflazione, con la crescita degli stipendi ben al di sotto dell'aumento dei prezzi al consumo. Secondo le stime più recenti degli economisti, l'inflazione in dicembre e in gennaio in Giappone potrebbe raggiungere il 4%, superando il 3,7% di novembre, considerato il livello più alto in 40 anni.