Gli hedge fund e altri gestori di fondi hanno acquistato l'equivalente di 10 milioni di barili nei sei contratti futures e opzioni più importanti nei sette giorni terminati il 17 ottobre.
L'acquisto è avvenuto dopo che i gestori avevano venduto un totale di 197 milioni di barili nelle tre settimane precedenti, secondo i registri depositati presso ICE Futures Europe e la Commodity Futures Trading Commission statunitense.
Per quanto riguarda il greggio, la settimana più recente ha visto una rotazione importante dal NYMEX e dall'ICE WTI (-57 milioni di barili) al Brent (+74 milioni di barili).
La minaccia di una compressione delle scorte di Cushing è diminuita (riducendo l'interesse per il WTI), mentre gli investitori si sono concentrati sulla possibile interruzione delle forniture di greggio dal Medio Oriente (aumentando l'interesse per il Brent).
L'acquisto di Brent è stato il maggiore in una singola settimana da quasi sette anni, da quando è stata annunciata la dichiarazione originale di cooperazione tra gli esportatori OPEC e non-OPEC nel dicembre 2016.
Di conseguenza, la posizione netta nel NYMEX e nell'ICE WTI è scesa al di sotto del Brent per la prima volta in sei settimane dall'inizio di settembre.
La posizione netta nel WTI è scesa a 183 milioni di barili (29° percentile per tutte le settimane dal 2013) da 286 milioni (60° percentile) tre settimane prima.
Nel frattempo, la posizione netta nel Brent è salita a 227 milioni di barili (48° percentile) da 153 milioni (20° percentile) della settimana precedente.
Grafico: Posizioni di petrolio e gas
Sul fronte dei prodotti, la tendenza recente è proseguita con le vendite di benzina statunitense (-7 milioni di barili) e di gasolio europeo (-4 milioni) parzialmente compensate dagli acquisti di diesel statunitense (+4 milioni).
Le scorte di gasolio negli Stati Uniti sono ben al di sotto della media per il periodo dell'anno e l'incipiente ripresa dell'attività manifatturiera e del trasporto merci probabilmente le esaurirà ulteriormente.
Al contrario, si prevede che il settore manifatturiero europeo rimanga depresso, mentre le scorte di benzina statunitensi sono destinate ad accumularsi come co-prodotto della produzione di più diesel.
Le posizioni nette nella benzina statunitense (18° percentile) e nel gasolio europeo (24° percentile) sono molto basse rispetto al diesel statunitense (84° percentile).
GAS NATURALE STATUNITENSE
Gli investitori sono tornati ad essere più cauti sulle prospettive dei prezzi del gas naturale statunitense, in seguito all'esaurirsi del rally di copertura delle due settimane precedenti e all'emergere di nuove vendite.
Gli hedge fund e altri gestori di denaro hanno venduto l'equivalente di 240 miliardi di piedi cubi (bcf) di gas nei sette giorni terminati il 17 ottobre, dopo aver acquistato un totale di 1.048 bcf nelle due settimane precedenti.
La posizione netta è scesa a 535 bcf (44° percentile) da 779 bcf (49° percentile) una settimana prima.
Nonostante i prezzi molto bassi in termini reali, che dovrebbero stimolare il consumo da parte dei generatori di energia, le scorte di gas di lavoro non sono più in calo rispetto alla precedente media stagionale decennale.
Le scorte erano 79 bcf (+2% o +0,30 deviazioni standard) al di sopra della media, in aumento rispetto ad un surplus di 60 bcf (+2% o +0,23 deviazioni standard) della settimana precedente.
L'eccedenza ha smesso di ridursi dopo essere arrivata da 299 bcf (+12% o +0,81 deviazioni standard) alla fine di giugno.
Il risultato è stato una brusca fine dell'aumento dei prezzi, con il contratto futures per la consegna nel dicembre 2023 sceso a 3,26 dollari per milione di unità termiche britanniche il 20 ottobre da un massimo di 3,66 dollari il 10 ottobre.
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John Kemp è un analista di mercato di Reuters. Le opinioni espresse sono sue (a cura di Mark Potter)
