Intorno alle ore 11,45 italiane, i futures sul Brent cedono 84 centesimi, o lo 0,98%, a 85,07 dollari il barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate perde 80 centesimi, o l'1%, a 79,46 dollari il barile.

Entrambi i contratti sono saliti di oltre 1 dollaro, mentre il Brent è sceso di 1 dollaro a inizio seduta.

Il governo cinese ha aumentato le quote di esportazione dei prodotti petroliferi raffinati nel primo lotto per il 2023. Gli operatori hanno attribuito l'aumento alle aspettative di una scarsa domanda interna, dato che il primo importatore di greggio al mondo è ancora alle prese con le ondate di infezioni da Covid-19.

L'attività industriale cinese si è ridotta a dicembre a causa dell'aumento delle infezioni da Covid-19, che hanno interrotto la produzione e appesantito la domanda dopo che Pechino aveva in gran parte rimosso le restrizioni anti-Covid.

Ad aggravare le fosche prospettive economiche, il direttore generale del FMI Kristalina Georgieva ha detto domenica che Stati Uniti, Europa e Cina - i principali motori della crescita globale - stanno tutti rallentando contemporaneamente, rendendo il 2023 più difficile del 2022 per l'economia globale.

Il mercato cercherà di trarre indicazioni dalla riunione sulla politica monetaria di dicembre della Fed statunitense, che si terrà domani. La Fed ha aumentato i tassi di 50 punti base a dicembre, dopo quattro aumenti consecutivi di 75 punti base ciascuno.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)