Intorno alle ore 12,05 italiane, i futures sul Brent cedono 90 centesimi, o l'1,1%, a 81,53 dollari il barile, a fronte dei 38 centesimi guadagnati nella seduta precedente.

I futures sul Greggio Usa perdono 96 centesimi, o l'1,2%, a 79,80 dollari il barile, estendendo le perdite di 12 centesimi viste ieri.

La Iea ieri ha segnalato che anche se "il mercato petrolifero rimane contratto secondo ogni parametro, ... una tregua dall'attuale rally dei prezzi potrebbe essere all'orizzonte ... a causa dell'aumento delle scorte di greggio".

Secondo l'agenzia, gli alti prezzi porteranno a un nuovo aumento della produzione statunitense di greggio nel 2022, contribuendo a circa il 60% degli 1,9 milioni di barili al giorno stimati per la crescita dell'offerta non Opec.

Ieri il segretario generale Opec, Mohammad Barkindo, ha affermato che il gruppo vede segnali di un surplus dell'offerta di greggio a partire da dicembre, aggiungendo che i membri e gli alleati del gruppo dovranno essere "molto, molto cauti".

Anche le nuove ondate di Covid-19 in Europa hanno zavorrato i prezzi, data la reimposizione di alcune restrizioni da parte di alcuni governi.

I dati Api hanno mostrato ieri che le scorte di benzina sono calate di 2,8 milioni di barili nella settimana al 12 novembre, secondo fonti di mercato.

La contrazione è ben superiore al calo di 600.000 barili previsto da 10 analisti intervistati da Reuters.

Le fonti di mercato hanno aggiunto che le scorte di greggio sono aumentate di 655.000 barili, in contrasto con le attese di un accumulo da 1,4 milioni di barili, mentre le scorte dei distillati sono aumentate di 107.000 barili.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)