I forti cali dei due giorni precedenti sono stati spinti dalle preoccupazioni per una recessione globale, soprattutto a causa della debolezza dei segnali economici a breve termine negli Stati Uniti e in Cina, i due maggiori consumatori al mondo.

Il principale operatore di oleodotti statunitense, Colonial Pipeline, ha comunicato nella tarda serata di ieri che la Linea 3 è stata chiusa per lavori di manutenzione non programmati, con il riavvio previsto per il 7 gennaio.

Intorno alle ore 10,40 italiane, i futures sul Brent guadagna 1,95 dollari, o il 2,5%, a 79,80 dollari il barile, mentre i futures del greggio statunitense West Texas Intermediate scambiano in rialzo di 1,83 dollari, o del 2,5%, a 74,67 dollari il barile.

In base ai dati di Refinitiv Eikon, i cali cumulativi di oltre il 9% registrati da entrambi i benchmark martedì e mercoledì hanno rappresentato le maggiori perdite di due giorni all'inizio di un anno dal 1991.

Ieri i dati sull'attività del settore manifatturiero statunitense a dicembre hanno mostrato una contrazione, in aggiunta ai timori per le perturbazioni economiche dovute alla diffusione del Covid-19 in Cina, che ha bruscamente abbandonato le severe restrizioni ai viaggi e alle attività.

Secondo fonti di mercato, si prevede che i dati dell'American Petroleum Institute mostreranno un aumento delle scorte di greggio e benzina negli Stati Uniti.

I dati ufficiali Eia sulle scorte saranno pubblicati oggi alle ore 16,30 italiane.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)