ZURIGO (awp/ats) - Gli hotel di lusso svizzeri vogliono diventare più sostenibili. Alcuni hanno adottato misure per raggiungere questo obiettivo. Secondo gli esperti i provvedimenti non sono però sufficienti e gli ospiti hanno spesso idee diverse.

Svegliarsi in lenzuola fresche, una veloce visita al bagno turco e poi una ricca colazione a buffet - e tutto questo a caro prezzo: lusso a spese dell'ambiente? Non necessariamente, secondo gli alberghi svizzeri a cinque stelle, a patto che si attuino determinate strategie.

L'agenzia di stampa Awp ha parlato con una dozzina di note strutture di alto standard. Tutte collaborano con organizzazioni ambientaliste e hanno internamente responsabili della sostenibilità. Una cosa è chiara: mancano standard trasversali al settore. "Non siamo sostenibili", afferma Jasmina Kühne, responsabile ambientale dell'hotel cinque stelle The Alpina Gstaad, nell'omonima località bernese. Ma la sua azienda cerca di fare passi avanti.

Come spesso accade la maggior parte delle emissioni è generata al di fuori della struttura, ad esempio durante il trasporto dei prodotti e degli ospiti, come pure nella produzione di cibo. Come altre aziende, The Alpina Gstaad sta quindi cercando di affidarsi a produttori locali, ove possibile. Ad esempio, si rifornisce di articoli esteri solo per il 3% circa. Il fatto che un prodotto provenga dalla zona non lo rende però automaticamente ecologico, ad esempio quando sono richiesti alimenti di stagione. "Bisogna trovare un equilibrio ovunque", spiega Kühne.

L'albergo dell'Oberland bernese è uno dei pochi hotel di lusso a registrare e rendere pubbliche le proprie emissioni di CO2. Nell'anno in corso, queste sono state calcolate in circa 5800 tonnellate. Attraverso le sue attività operative e il consumo di elettricità, elencati in gergo tecnico come "Scope 1" e "Scope 2", l'Alpina Gstaad causa meno del 4% del suo bilancio a effetto serra. Il resto è causato da emissioni esternalizzate in "Scope 3".

A titolo di confronto, il Dolder Grand di Zurigo ha fatto calcolare le sue emissioni annuali dall'organizzazione per la protezione del clima Myclimate: risultano poco meno di 3000 tonnellate, un dato che secondo Myclimate si colloca nella fascia bassa del settore. Nel contempo però le emissioni proprie del Dolder Grand sono del 12%, superiori quindi a quelle dell'Alpina Gstaad. Per ridurle, l'hotel zurighese sta puntando soprattutto su maggiore efficienza nel riscaldamento e nel raffreddamento.

A differenza dell'hotel di lusso di Gstaad, il Dolder Grand si affida anche a pagamenti compensativi per diminuire la sua impronta di carbonio. Anche il Cervo Mountain Resort di Zermatt (VS) persegue questa strategia, versando una somma a cinque cifre all'anno a Myclimate e facendo donazioni per la costruzione di pozzi in India.

Tuttavia, quando si tratta di ridurre le emissioni eliminando ad esempio i piatti esotici dal menu o riducendo le porzioni al buffet gli hotel spesso incontrano resistenza. "Molte persone non vogliono limitarsi durante le loro vacanze", affermano gli operatori. Anche i responsabili della sostenibilità vedono la sfida principale nel trovare un equilibrio tra abbondanza e sostenibilità.

Ad esempio il consumo di carne è uno dei principali responsabili dell'impronta di gas serra degli hotel di lusso. Al Cervo Mountain Resort la carne di manzo rappresenta da sola il 42% dei gas serra del settore alimentare: il formaggio segue come seconda categoria con il 13%. Per migliorare il bilancio, la struttura cerca quindi sempre di più di offrire alternative senza carne.

Insomma la strada è ancora lunga e difficile, ma secondo l'associazione del settore Hotelleriesuisse gli alberghi di lusso hanno vantaggi decisivi rispetto agli altri: visto che i loro ospiti in genere emettono più CO2 rispetto alla media le strutture a cinque stelle possono in linea di principio risparmiare di più per camera e per ospite. Inoltre grazie agli elevati introiti gli investimenti possono essere realizzati più rapidamente.

Dello stesso avviso è anche Urs Wagenseil, esperto di turismo presso la Scuola universitaria professionale di Lucerna. "In linea di principio ogni hotel può essere sostenibile", afferma. Una serie di regole globali per l'industria alberghiera esiste già da 15 anni: il Global Sustainable Tourism Council (GSTC) ha creato standard sistematici per il comparto già nel 2008. Solo una minima parte delle strutture elvetiche lavora però secondo questi parametri.

Secondo Wagenseil la pressione sugli hotel sta però aumentando: dal 2021 la sostenibilità è un obiettivo di sviluppo chiave nella strategia turistica della Confederazione. Inoltre l'iniziativa Swisstainable - programma di sostenibilità del settore del turismo - sta coordinando gli sforzi dell'intero ramo: ciò significa che in futuro stare in disparte potrebbe avere conseguenze più evidenti per le aziende rispetto al passato. La partecipazione a Swisstainable è aperta anche alle imprese che hanno appena iniziato il percorso verso uno sviluppo più sostenibile. "La sola volontà di essere sostenibili non è una prova di sostenibilità", fa comunque presente Wagenseil. "Sono richieste prestazioni effettive e prove attraverso certificati qualificati".