Giovedì, la Banca d'Inghilterra (BoE) ha annunciato l'atteso aumento di mezzo punto percentuale dei tassi d'interesse, il nono di fila. Ma mentre la BoE ritiene che l'inflazione abbia raggiunto il suo picco, altre banche centrali hanno segnalato che non hanno ancora finito di aumentare i tassi.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha aumentato i tassi di interesse e ha segnalato che ne seguiranno altri. Anche la Federal Reserve degli Stati Uniti mercoledì ha aumentato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale e ha dichiarato di voler effettuare altri aumenti dei tassi il prossimo anno.
"La BoE ha faticato a sostenere la sterlina con aumenti dei tassi quest'anno", ha dichiarato Jane Foley, responsabile della strategia FX di Rabobank Londra.
"Sebbene la riunione di questa settimana non contenga nuove previsioni economiche trimestrali, il quadro recessivo dipinto dalla Banca rimane cupo. Allo stesso tempo, il messaggio della Banca di questa settimana è stato molto meno falco rispetto a quello fornito dalla BCE".
La sterlina è scesa dello 0,2% a 1,2160 dollari contro il dollaro, dopo aver toccato brevemente un minimo di nove giorni contro la valuta statunitense.
Rispetto all'euro, la sterlina ha scambiato a 87,39 pence, lo 0,2% in meno nella giornata, dopo essere scesa fino allo 0,5% in precedenza, toccando un minimo di un mese a 87,70 pence.
In una settimana intensa per le decisioni delle banche centrali, anche la Banca Nazionale Svizzera (BNS) e la banca centrale della Norvegia hanno aumentato i tassi giovedì.
"I tassi del Regno Unito hanno certamente sfidato il rialzo diffuso in tutta Europa... È interessante notare che la BNS proteggerà il franco svizzero molto più di quanto la BoE proteggerà la sterlina e questo è il motivo per cui vediamo anche GBP/CHF in ribasso", ha scritto Chris Turner, Global Head of Markets di ING in una nota ai clienti.
Contro il franco svizzero, la sterlina era destinata a subire il maggior calo settimanale da oltre un mese a questa parte, ma è rimasta piatta nella giornata a 1,1303.
