Cinque candidati presidenziali dell'opposizione avevano indetto una manifestazione congiunta nella capitale Kinshasa per presunte irregolarità elettorali.

Ma martedì il Governo ha vietato l'evento, affermando che non aveva una base legale e che mirava a minare il processo elettorale mentre la commissione elettorale stava ancora compilando i risultati.

"Nessun governo al mondo può accettare questo, quindi non lo permetteremo", ha detto il Vice Primo Ministro Peter Kazadi in una conferenza stampa, riferendosi alla protesta.

Gli organizzatori della protesta non hanno risposto immediatamente al divieto - che potrebbe esacerbare la tensione intorno al voto presidenziale e legislativo del 20 dicembre, che determinerà se Tshisekedi otterrà un secondo mandato.

Le controversie elettorali spesso alimentano i disordini in Congo e rischiano di destabilizzare ulteriormente il secondo Paese più grande dell'Africa, un importante produttore di cobalto e rame, afflitto da una povertà diffusa e dall'insicurezza nella sua regione orientale.

Dopo una campagna elettorale violenta, il voto stesso è stato disordinato, con consegne di kit elettorali in ritardo, apparecchiature malfunzionanti e registri di voto disorganizzati.

Gli organizzatori della protesta hanno criticato pesantemente la decisione della commissione elettorale nota come CENI di estendere il voto ai seggi che non hanno aperto il giorno delle elezioni, definendola incostituzionale e chiedendo una ripetizione completa delle elezioni.

Alcuni osservatori indipendenti hanno anche affermato che la proroga ha compromesso la credibilità del voto.

La CENI ha respinto queste preoccupazioni. Ha iniziato a rilasciare i risultati nel fine settimana e il suo ultimo conteggio ha messo Tshisekedi davanti ai suoi 18 sfidanti, con quasi il 79% dei circa 3,2 milioni di voti contati finora. L'uomo d'affari Moise Katumbi e l'ex dirigente del settore energetico Martin Fayulu erano rispettivamente al secondo e al terzo posto con circa il 17% e oltre l'1%.

Ma la Commissione non ha rivelato quanti dei circa 44 milioni di elettori registrati hanno espresso il loro voto, né ha fornito alcuna indicazione su cosa rappresenti l'ultima cifra data in relazione al numero totale di voti.

Katumbi ha chiesto le dimissioni del capo della CENI.