Il dollaro australiano e quello neozelandese sono stati sulla difensiva martedì, mentre l'avversione al rischio dominava in vista di una serie di dati sull'inflazione globale e di una riunione politica locale che potrebbe vedere un nuovo rialzo dei tassi d'interesse.

I mercati stanno valutando una possibilità su tre che la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) aumenti il tasso ufficiale di liquidità (OCR) del 5,5% mercoledì per combattere l'inflazione ostinata.

Un sondaggio Reuters ha rilevato che solo uno dei 28 analisti si aspettava un rialzo, anche se TD Securities ha poi modificato la sua richiesta di un inasprimento. Se la banca centrale rimane ferma, è probabile che suoni da falco e mantenga la prospettiva di almeno un rialzo nelle sue proiezioni sui tassi.

In effetti, gli swap implicano circa il 60% di possibilità di un rialzo entro maggio e prevedono un solo taglio di un quarto di punto per la fine dell'anno.

"Un rialzo probabilmente genererà una reazione asimmetrica nei mercati dei tassi, con un aumento di circa il doppio rispetto ad una sospensione", ha affermato Matthew Crowder, responsabile del bilancio del Tesoro presso Kiwibank.

"Una decisione di attesa della RBNZ vedrà sciogliersi una parte del prezzo del rialzo, ci si aspetta un calo dei tassi da -10 a -15 pb, e questo indipendentemente dal percorso dell'OCR, che si prevede rimanga al 5,70% come minimo".

Kiwibank ritiene che la RBNZ non abbia bisogno di stringere ulteriormente, ma non vede probabile un taglio prima di novembre.

Il tasso swap chiave a due anni è attualmente al 5,215%, dopo essere salito da un minimo del 4,70% nelle ultime tre settimane, quando gli investitori si sono adeguati al rischio di un rialzo.

Il dollaro kiwi si è attestato a 0,6167 dollari, dopo essere scivolato dello 0,4% lunedì e lontano da un recente top di sei settimane di 0,6218 dollari.

Anche l'Aussie ha fatto marcia indietro a $0,6540, dal picco di $0,6595 della scorsa settimana, ma ha un supporto intorno a $0,6520.

I dati sui prezzi al consumo australiani mensili sono attesi per mercoledì e si prevede che l'inflazione annuale sia salita al 3,5% a gennaio, dopo un forte calo al 3,4% il mese precedente.

La pubblicazione di gennaio è fortemente influenzata dai prezzi dei beni, che sono scesi più rapidamente rispetto ai servizi, e quindi suggerisce una certa possibilità di sorpresa al ribasso.

Le spese di viaggio sono un'incognita importante, con le tariffe aeree che hanno l'abitudine di oscillare selvaggiamente da un mese all'altro.

Questa settimana sono previsti anche i dati sull'inflazione degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, che contribuiranno a perfezionare le prospettive di futuri tagli dei tassi. (Relazione di Waye Cole; Editing di Chris Reese)