Il gabinetto della Germania ha approvato mercoledi un disegno di legge per accelerare la costruzione di infrastrutture, impianti di importazione e di produzione di idrogeno, in quanto Berlino scommette sul carburante per contribuire alla decarbonizzazione della piu grande economia europea, hanno detto fonti governative.

La legge sull'accelerazione dell'idrogeno conferira all'infrastruttura uno status di "interesse pubblico prevalente", il che significa che le autorita le daranno la priorita nel processo di approvazione.

Le procedure di autorizzazione saranno semplificate e digitalizzate e le cause legali che contestano i progetti di idrogeno e le valutazioni di impatto ambientale saranno abbreviate, secondo la legge prevista, nella speranza di una rapida espansione del carburante.

La Germania vuole espandere la dipendenza dall'idrogeno come fonte energetica futura per ridurre le emissioni di gas serra nei settori industriali altamente inquinanti che non possono essere elettrificati, come l'acciaio e i prodotti chimici, e per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.

L'accelerazione andra principalmente a beneficio degli elettrolizzatori, i dispositivi che utilizzano l'energia per separare l'idrogeno dall'acqua, a condizione che possano dimostrare di utilizzare almeno l'80% di energia rinnovabile nel periodo fino alla fine del 2029.

Il mese scorso, la coalizione di governo della Germania ha approvato un meccanismo di finanziamento per la futura rete di idrogeno del Paese e ha offerto protezione agli investitori in caso di fallimento.

A marzo, il Governo ha dichiarato che avrebbe stanziato fino a 3,53 miliardi di euro (3,84 miliardi di dollari) di fondi pubblici per l'acquisto di idrogeno verde e dei suoi derivati tra il 2027 e il 2036.

Il progetto di legge non include la costruzione piu rapida di nuove centrali elettriche a gas naturale che saranno convertite all'idrogeno in futuro, una richiesta chiave dell'industria energetica. (1 dollaro = 0,9195 euro) (Redazione Riham Alkousaa e Andreas Rinke; Redazione Rachel More e Sriraj Kalluvila)