ROMA (MF-DJ)--Un nuovo anno è iniziato ma l'arrivo in Gazzetta Ufficiale di un ennesimo decreto Ilva sembra aver fermato il tempo. Anche questa volta il problema resta la mancanza tanto di risorse nelle casse di Acciaierie d'Italia quanto di significativi passi in avanti nella risoluzione dei problemi nell'impianto produttivo, questa volta anche in termini di transizione green. Così il primo provvedimento sull'ex-Ilva firmato dal governo Meloni, scrive MF-Milano Finanza, amplia il portafoglio di potenziali interventi a favore della liquidità di Acciaierie, limando alcuni vincoli tecnici e vincolando alcune spese al conseguimento dei risultati programmati.

Nello specifico, i 750 milioni sbloccati col decreto e utilizzabili da subito come finanziamento in conto soci (e convertibili in aumento di capitale) potranno andare a colmare i debiti che Acciaierie ha con i fornitori, perché avendo gli impianti dell'area a caldo di Taranto sotto sequestro «non può chiedere finanziamenti alle banche e quindi deve per forza pagare in contanti le forniture». Un meccanismo che è rimasto sostenibile fino all'esplosione dei prezzi dell'energia nel corso del 2022, spiega il presidente dell'Ex-Ilva dal 2021, Franco Bernabè.

A queste risorse si aggiunge il miliardo stanziato dal decreto Aiuti bis, utilizzabile da Invitalia nel 2023 e 2024, per aumenti di capitale o finanziamento soci ma soprattutto, aggiunge il decreto, "anche in costanza di provvedimenti di sequestro o confisca degli impianti".

Il dl sull'ex-Ilva rivede inoltre le modalità di compenso per gli amministratori straordinari e giudiziari delle grandi imprese in crisi. I commissari straordinari potranno essere compensati solo "ove non siano prodotte ulteriori perdite rispetto al momento della dichiarazione dello stato di insolvenza". Per di più il 25% della somma spettante potrà essere erogata solo previa verifica da parte dell'Autorità vigilante del rispetto degli obblighi di comunicazione, della stabilità dei livelli occupazionali, della restituzione dell'eventuale garanzia richiesta e del risarcimento dei creditori. Nondimeno il restante 15% del compenso risulta subordinato al raggiungimento dei programma senza alcuna proroga.

Infine il decreto fissa il tetto massimo dei compensi per gli amministratori giudiziari a 500mila euro, senza alcuna eccezione neanche in caso di incarichi collegiali.

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0509:05 gen 2023


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January 05, 2023 03:05 ET (08:05 GMT)