ROMA (MF-DJ)--Nei prossimi anni serviranno capitali pazienti per rimettere in moto l'economia italiana dopo lo choc pandemico ed energetico. Per raggiungere l'obiettivo le risorse messe a disposizione dalla finanza pubblica e dal Pnrr potrebbero non bastare. Ecco perché in ambienti governativi si è iniziato a ragionare su strumenti alternativi che vadano ad affiancarsi a progetti già avviati. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, tra le opzioni sul tavolo ci sarebbe la costituzione di un fondo di investimento chiuso riservato a fondazioni di origine bancaria e casse di previdenza.

Il veicolo, la cui gestione sarebbe affidata a una sgr, si muoverebbe come un vero e proprio private equity, entrando nel capitale delle aziende, avviando processi di turnaround e liquidando poi la partecipazione dopo qualche anno. Il tutto con un profilo meno aggressivo rispetto a quello dei fondi tout court e aspettative di rendimento più contenute. L'ottica insomma sarebbe quella del capitale paziente e si sposerebbe bene -sostiene qualcuno- con il dna del mondo delle fondazioni e delle casse di previdenza. Con alcuni di questi soggetti peraltro sarebbero state avviate discussioni con l'obiettivo di sondare il livello interesse per il progetto. Per il momento però nessuno si sbilancia, soprattutto nei grandi enti del Nord, dove è fresco il ricorso del fondo Atlante e delle perdite prodotte. Nondimeno il governo ha target ambiziosi visto che, con l'iniziativa, punta a raccogliere circa 30 miliardi di euro, una cifra non troppo distante da quella stanziata nel corso della pandemia per il fondo Patrimonio Destinato di Cassa Depositi e Prestiti.

Occorre dire però che la nuova iniziativa dovrebbe essere del tutto autonoma rispetto alla Cassa. Forse anche per non dover sottostare ai rigidi vincoli statutari dell'istituto di via Goito che non può investire in società in perdita.

L'obiettivo del progetto al contrario sarebbe proprio quello di sostenere quella parte dell'economia italiana che, pur penalizzata dalla congiuntura avversa, è ancora in grado di rimettersi in piedi dopo un percorso di ristrutturazione.

Se nei palazzi romani le discussioni sul progetto hanno già preso quota, difficilmente si entrerà nel concreto prima della fine del mese. Una fonte fa sapere che il fattore dirimente sarà la scelta del nuovo direttore generale del Tesoro. La premier Giorgia Meloni è intenzionata a sostituire Alessandro Rivera, in sella dal 2018, anche se per il momento l'esito della partita non è scontato. La decisione comunque andrà presa entro il 24 gennaio, termine ultimo dettato dalla legge. Solo a quel punto l'attività del ministero dell'Economia tornerà a regime e molti dossier potranno conoscere un'accelerazione. Tra questi ci potrebbe essere quello del veicolo fondazioni-casse su cui comunque il dibattito si sta già facendo intenso.

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0608:22 gen 2023


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