MILANO (MF-DJ)--Il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, è arrivato oggi negli Emirati Arabi Uniti in occasione della prima visita di Stato nel Paese di un ministro israeliano, mentre le due Nazioni lottano per colmare le differenze sul recente conflitto israelo-palestinese e mantenere la promessa di uno storico accordo diplomatico.

Lapid incontrerà il suo omologo degli Emirati, lo sceicco Abdullah bin Zayed e altri alti funzionari nella capitale, Abu Dhabi. Domani aprirà formalmente l'ambasciata israeliana ad Abu Dhabi e un consolato a Dubai, snodo commerciale del Paese.

La visita di Lapid fa parte degli sforzi per elevare un rapporto che ha prodotto finora solo progressi diplomatici limitati e accordi di investimento congiunto da quando le parti hanno concordato di normalizzare i legami lo scorso anno.

I due Paesi stanno lavorando per costruire un rapporto che sia all'altezza delle speranze dell'intesa diplomatica firmata lo scorso anno. I cosiddetti Accordi di Abramo, sostenuti dagli Stati Uniti e negoziati prima con gli Emirati Arabi Uniti, e poi con il Bahrain, il Marocco e il Sudan, hanno stabilito legami tra Israele e Stati che un tempo erano ostili al Paese o non avevano relazioni diplomatiche con Tel Aviv a causa del conflitto di lunga data di Israele con i palestinesi. Una combinazione tra la pandemia di Covid-19, gli avvenimenti nella politica israeliana e le rinnovate tensioni israelo-palestinesi ha fatto sì che gli accordi non abbiano ancora soddisfatto le aspettative, affermano gli analisti.

"Probabilmente è l'esempio perfetto di qualcosa che era molto promettente sulla carta", ha detto Cinzia Bianco, visiting fellow all'European Council on Foreign Relations, sulla Israele-Eau, aggiungendo che "finora, nel primo anno, ci ha deluso".

Israele aveva sperato che la distensione con gli Emirati Arabi Uniti e altri Stati avrebbe migliorato la sua posizione diplomatica nella regione, contenuto il suo nemico, l'Iran, e attirerato investimenti dal Golfo nel suo fiorente settore tecnologico.

Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno condotto scambi commerciali per circa 675 milioni di dollari dalla firma dell'accordo di normalizzazione a settembre, pari a una frazione del commercio degli Stati con i suoi maggiori partner commerciali, secondo il ministero degli Affari Esteri israeliano. Le società israeliane e degli Emirati hanno anche firmato accordi per sviluppare legami tecnologici e di difesa e Abu Dhabi si è impegnata a istituire un fondo di 10 miliardi di dollari da co-investire con il Governo israeliano nei settori dell'energia, della produzione, dell'acqua, dello spazio, della sanità e dell'agrotecnologia.

Ci sono stati però pochi accordi significativi. Un potenziale investimento, la vendita di una quota del 50% in una delle squadre di calcio più famose d'Israele, il Beitar Jerusalem, a un membro della famiglia degli Emirati, è stata sospesa all'inizio di quest'anno dopo che sono sorte domande sul fatto che il reale avesse abbastanza denaro. Una delle più grandi compagnie energetiche israeliane ha anche affermato che prevede di vendere la sua quota di un giacimento di gas naturale offshore alla Mubadala Petroleum di proprietà degli Emirati Arabi Uniti per un miliardo di dollari, ma da allora è scaduto il termine per completare l'accordo. Un portavoce di Mubadala ha detto che l'accordo è ancora sulla buona strada.

Dorian Barak, fondatore dell'Uae-Israel Business Council, un gruppo che cerca di facilitare il commercio e le opportunità di investimento tra i due Paesi, ha detto che un anno tumultuoso nella politica israeliana, con le elezioni e la cacciata del primo ministro Benjamin Netanyahu dopo 12 anni al potere, ha limitato lo sviluppo delle relazioni strategiche tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti "Il primo importante politico israeliano in visita è appena arrivato. Questa è un'indicazione di quanto siano state stagnanti le cose", ha detto.

Il mese scorso, la nuova relazione ha affrontato la sua prova più seria durante il conflitto di 11 giorni tra Israele e il gruppo militante Hamas, quando gli attacchi aerei israeliani hanno raso al suolo edifici a Gaza e la polizia del Paese ha preso d'assalto una moschea a Gerusalemme. Ciò ha catalizzato un'ondata di proteste pro-palestinesi in tutto il Medio Oriente. Funzionari degli Emirati Arabi Uniti, del Bahrain, del Sudan e del Marocco, tutti Paesi che hanno normalizzato i legami con Israele, hanno criticato le azioni israeliane durante le ostilità.

Anche se i legami tra la società civile ebraica e musulmana sono fioriti e centinaia di migliaia di israeliani hanno visitato gli Emirati Arabi Uniti, le relazioni da Governo a Governo si sono sviluppate molto meno rapidamente. Un alto funzionario degli Emirati all'inizio di quest'anno ha affermato che gli Eau non sarebbero stati coinvolti nella campagna elettorale dopo che Netanyahu aveva discusso della possibilità di una visita nello Stato del Golfo, che gli analisti avevano visto come una potenziale vittoria politica.

Il conflitto tra Israele e Hamas - che ha ucciso più di 250 persone, per lo più palestinesi - ha evidenziato i limiti delle relazioni diplomatiche aperte degli Emirati Arabi Uniti nell'influenzare le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ha affermato Abdulkhaleq Abdulla, un importante politologo degli Eau. Questa posizione è stata ripresa questa settimana dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in un incontro con Lapid ha affermato che gli accordi di Abramo non sostituiscono l'impegno diretto tra israeliani e palestinesi.

Il presidente Usa, Joe Biden, ha detto ieri in un incontro con il presidente israeliano uscente, Reuven Rivlin, alla Casa Bianca che la sua amministrazione continuerà a sostenere le nascenti relazioni arabo-israeliane e, allo stesso tempo, non permetterà all'Iran di produrre armi nucleari. Lapid sta cercando di coltivare i legami con l'amministrazione Biden nonostante i disaccordi con i funzionari americani sulla natura dei negoziati degli Stati Uniti con l'Iran per tornare nell'accordo sul nucleare del 2015.

E' probabile che i colloqui iraniani siano in cima all'agenda degli incontri tra Lapid e i funzionari degli Emirati questa settimana. Entrambe le parti sono contrarie all'ultimo accordo e stanno cercando di incoraggiare gli Stati Uniti ad ampliare le discussioni per includervi il programma missilistico iraniano e il sostegno alle milizie in tutto il Medio Oriente.

cos

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June 29, 2021 09:36 ET (13:36 GMT)