Jumia sta tagliando in modo aggressivo i costi per diventare redditizia, tra cui la riduzione del personale, il ridimensionamento della gamma di prodotti offerti, come gli alimentari, e la riduzione dei servizi di consegna non legati alla sua attività di e-commerce.

La prima start-up tecnologica focalizzata sull'Africa a quotarsi alla Borsa di New York ha registrato una perdita di 15 milioni di dollari nei tre mesi fino al 30 settembre, rispetto a una perdita di 46 milioni di dollari nello stesso periodo del 2022.

L'amministratore delegato Francis Dufay ha dichiarato che la significativa riduzione delle perdite e l'utilizzo della liquidità hanno assicurato all'azienda una posizione di liquidità che le consentirà di "lavorare su miglioramenti fondamentali e a lungo termine" per far crescere il suo core business.

Jumia aveva una posizione di liquidità di 147 milioni di dollari alla fine di settembre.

Ora prevede una perdita di EBITDA rettificata per il 2023 compresa tra 80 e 90 milioni di dollari, rispetto all'intervallo precedentemente comunicato di 90-100 milioni di dollari.

Il fatturato è sceso dell'11% rispetto all'anno precedente, a 45 milioni di dollari, colpito da valute più deboli in diversi mercati, ma è aumentato del 19% in termini di valuta costante.

I consumatori attivi trimestrali sono scesi del 24,3% a 2,3 milioni, in gran parte guidati dalle decisioni deliberate di concentrarsi sulle categorie principali e di ridurre gli incentivi al consumo.

Gli effetti dell'inflazione sono persistiti nel periodo, influenzando sia il potere di spesa dei consumatori che la capacità dei venditori di rifornirsi di merci dall'estero, ha dichiarato Jumia.