di Angelo De Mattia

ROMA (MF-NW)--Finora nessuna banca ha scelto di pagare l'imposta sui cosiddetti extraprofitti, sul cui gettito cospicuo il governo in un primo momento aveva puntato. I dieci istituti che hanno per ora deciso, dopo la verifica dell'andamento nei primi nove mesi dell'anno, sull'opzione prevista dalla legge, hanno scelto di accantonare la somma degli utili. In effetti l'alternativa prevista tra il sottoporsi a tassazione e il non farlo, sia pure con l'obbligatorietà dell'accantonamento, è tale solo in via teorica. Il provvedimento originario del governo, probabilmente anche per una inadeguata consulenza, si esponeva a censure di incostituzionalità. Né si sarebbe potuto pretendere che le due banche di proprietà pubblica, il Mediocredito centrale e il Monte dei Paschi di Siena, proprio in nome di tale proprietà, adottassero una decisione per loro sfavorevole. Ne sarebbe scaturita un'immagine di pessimo dirigismo. La scelta dell'accantonamento è stata una doverosa prova di autonomia dell'uno e dell'altro istituto, rispettivamente con l'ad Francesco Minotti e con l'ad Luigi Lovaglio. Il primo istituto, dopo la cura tempestiva ed efficace operata da Bernardo Mattarella, anche con riferimento alla partecipata Banca Popolare di Bari, ora è impegnato, sotto la direzione e il forte impulso di Minotti, nella realizzazione del nuovo assetto con, appunto, Popolare di Bari. Mps dal canto suo continua a registrare utili che fino poco tempo fa non sembravano prevedibili e ciò potrebbe indurre a riflettere sui tempi e sui modi della riduzione, fino alla dismissione, della proprietà pubblica in un contesto nel quale a livello europeo si assiste alle spinte della Germania per una proroga delle disposizioni derogatorie sugli aiuti di Stato: una materia che non può riguardare solo determinate imprese e che, vista da un'altra angolatura, è strettamente legata a quel che si deciderà in materia di riforma del Patto di Stabilità. Una riflessione si impone anche perché l'accordo in sede europea sui tempi della presenza dello Stato nel Monte fu definito in un quadro diverso e in presenza di stime dei risultati dell'operare certamente inferiori ai risultati che si sono manifestati e che, come notano alcuni osservatori, potrebbero essere accompagnati anche da una drastica riduzione degli accantonamenti per rischi legali, per esempio con una prossima decisione della Corte di Appello di Milano che assolva Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, dopo la condanna in primo grado, considerata l'assoluzione in via definitiva per identiche presunte ipotesi di reato dei predecessori Giuseppe Mussari e Antonio Vigni.

Insomma, si può dire che nulla cambia? Che restano le disposizioni a suo tempo adottate dalla commissaria Ue Margrethe Vestager, nota per i guai combinati all'Italia con il celeberrimo marchiano errore di diritto a proposito del caso Tercas e vicende seguenti? Per inciso, la commissaria, ora in aspettativa, aspira a ricoprire la carica di presidente della Bei: non sarebbe da stupirsi se, con il capovolgimento dei criteri meritocratici che a volte si affermano nell'Unione, riuscisse nell'intento, causando agli organi della stessa Unione una perdita di credibilità.

Non dovrebbe poi destare meraviglia il fatto che il ministro Adolfo Urso rivolga al settore delle assicurazioni l'invito a investire (meglio a investire di più) nei titoli pubblici, sempre che di solo invito si tratti. Ma neppure ci si può meravigliare se si richiama l'attenzione, come giustamente ha fatto Carlo Cimbri, sul complesso delle normative che possono rappresentare un ostacolo allo sviluppo degli acquisti. Autonomo il ministro, autonomo nelle scelte di merito il comparto assicurativo, che comunque non si sottrae a una valutazione degli interessi generali.

Particolare sottolineatura è stata data, infine, all'incontro del neo-governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta con la premier Giorgia Meloni. Intanto è stato il primo incontro dopo la nomina di Panetta nel cui procedimento interviene il governo, anche se la decisione finale è di competenza del capo dello Stato, che in precedenza aveva ricevuto il governatore.

In ogni caso gli incontri e i confronti con i presidenti del Consiglio, i ministri del Tesoro e il presidente della Repubblica, così come con le espressioni del Parlamento, sono una consuetudine che rimonta a oltre mezzo secolo fa e risponde, innanzitutto, al ruolo progressivamente acquisito dalla Banca di alta consulente degli organi costituzionali. Quanto alla Banca d'Italia e a Panetta, la gelosa custodia dell'autonomia e indipendenza, prima di tutto una posizione intellettuale e poi istituzionalmente tutelata, è del tutto scontata.

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1008:41 nov 2023


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November 10, 2023 02:42 ET (07:42 GMT)