ZURIGO (awp/ats) - La piazza finanziaria svizzera è solida, malgrado le vicissitudini che hanno interessato Credit Suisse: ad affermarlo è Alexandre de Rothschild, banchiere francese che guida - quale rappresentante della settima generazione - il gruppo Rothschild.

"Il settore bancario svizzero è molto forte e resistente", sostiene il 42enne in dichiarazioni riportate oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). "Non credo che quanto accaduto presso Credit Suisse rappresenti un rischio di fragilità per la piazza finanziaria elvetica".

L'imprenditore è dal maggio 2018 numero uno di Bank Rothschild & Co, istituto che ha sede in Francia e 3800 dipendenti, di cui 350 in Svizzera, paese che - insieme con il Regno Unito - ospita la filiale estera più importante. Attualmente la società nella Confederazione amministra 27 miliardi di franchi: l'obiettivo è crescere ulteriormente, puntando in particolare sulla parte tedescofona della nazione.

"In Svizzera c'è un grande dinamismo nella gestione patrimoniale e anche nella consulenza", osserva Rothschild. "Vi è un gran numero di imprenditori di grande successo e un segmento di mercato medio estremamente fiorente".

Spesso fonte di confusione è il fatto che nella repubblica dei 26 cantoni siano attive due diverse banche con il nome Rothschild, vale a dire Rothschild & Co. e Bank Edmond de Rothschild, due società finanziarie indipendenti l'una dall'altra. "Nel 2018 abbiamo concordato come utilizzare i nostri rispettivi marchi. Noi siamo diventati Rothschild & Co., mentre Edmond de Rothschild ha mantenuto il suo nome. Abbiamo poi fatto un ulteriore passo avanti, sciogliendo la partecipazione incrociata", spiega l'intervistato.

Il gruppo è quotato alla borsa di Parigi, ma il 54,2% delle azioni è in mano alla famiglia. Rothschild è l'unico azionista della sua generazione ad essere attualmente attivo nell'azienda e a ricoprire una posizione manageriale. "Sarei felice se alcuni dei miei cugini e magari i miei figli si unissero all'impresa", afferma. Suo padre David de Rothschild si è dimesso quest'anno dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione, all'età di 80 anni. Aveva guidato a livello operativo il gruppo per quattro decenni fino al 2018.