Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha detto mercoledì che Israele è pronto ad un'azione molto forte nel nord di Israele, affermando che ripristinerà la sicurezza "in un modo o nell'altro" in un'area presa di mira dagli Hezbollah sostenuti dall'Iran durante mesi di ostilità.

Il conflitto tra Hezbollah e Israele, che è stato combattuto in parallelo alla guerra di Gaza, si è intensificato negli ultimi giorni, aumentando le preoccupazioni che possa scoppiare un confronto ancora più ampio tra gli avversari pesantemente armati.

"Chiunque pensi che possano farci del male e che noi ce ne staremo con le mani in mano, sta commettendo un grosso errore. Siamo pronti a un'azione molto forte nel nord", ha detto Netanyahu durante un tour dell'area. "In un modo o nell'altro ripristineremo la sicurezza nel nord".

I combattimenti - le peggiori ostilità tra Hezbollah e Israele da quando hanno combattuto una guerra nel 2006 - hanno costretto decine di migliaia di persone a fuggire dalle loro case su entrambi i lati del confine.

Gli attacchi israeliani hanno ucciso circa 300 combattenti di Hezbollah in Libano e circa 80 civili sono stati uccisi, secondo un conteggio di Reuters.

Gli attacchi dal Libano hanno ucciso 18 soldati israeliani e 10 civili, secondo Israele.

Il Capo di Stato Maggiore israeliano Herzi Halevi ha detto martedì che l'esercito è pronto per un'offensiva lungo il confine settentrionale e che Israele si sta avvicinando a un punto di decisione.

Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato martedì che Washington non vuole assistere a una guerra totale e che sta cercando di perseguire una soluzione diplomatica, aggiungendo che Israele ha il diritto di difendersi da Hezbollah.

Hezbollah, considerato un'organizzazione terroristica da Washington, ha annunciato diverse operazioni mercoledì, tra cui un attacco con missili guidati che ha preso di mira il sistema di difesa aerea Iron Dome di Israele a Ramot Naftali, a circa 3 km (2 miglia) dal confine.

I razzi lanciati dal Libano hanno scatenato incendi selvaggi questa settimana, bruciando vaste aree nel nord di Israele.

Il vice leader di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha dichiarato martedì all'emittente Al Jazeera che la decisione del gruppo non è stata quella di allargare la guerra, ma che ne avrebbe combattuta una se gli fosse stata imposta.

Qassem ha detto che il fronte libanese non si fermerà fino a quando non cesserà la guerra di Gaza, come ha affermato Al Jazeera.

Hezbollah, alleato del gruppo militante palestinese Hamas, afferma di aver colpito Israele a sostegno dei palestinesi sotto bombardamento israeliano a Gaza. In precedenza aveva detto che avrebbe cessato il fuoco quando l'offensiva israeliana su Gaza si sarebbe fermata.