A settembre, Bukele ha annunciato che si sarebbe ricandidato, sfidando il divieto di lunga data della Costituzione del Paese centroamericano. La Corte Suprema, composta da giudici recentemente insediati e sostenuti da Bukele, ha stabilito nel 2021 che un mandato consecutivo era consentito, citando il diritto umano di Bukele a candidarsi.

La mossa è stata criticata dai gruppi per i diritti e dal governo degli Stati Uniti, che l'ha definita parte del declino delle norme democratiche di El Salvador.

Bukele ha difeso la decisione, sostenendo che "i Paesi sviluppati hanno la rielezione".

"I salvadoregni rimangono divisi sul fatto che la Costituzione consenta la rielezione immediata", ha affermato il quotidiano La Prensa Grafica nel sondaggio. "Ci sono cittadini convinti che la Costituzione non lo permetta, ma voteranno comunque per Nayib Bukele".

Il sondaggio, condotto a febbraio, ha mostrato che il 68% dei 1.500 intervistati ha appoggiato la rielezione di Bukele, mentre il 13% è contrario. Il restante 19% non ha espresso alcuna opinione o ha espresso indifferenza.

Bukele è uno dei leader più popolari dell'America Latina, in parte grazie alla sua repressione delle bande violente, durata un anno, che ha imprigionato più di 65.000 persone, sospendendo alcuni diritti costituzionali e del giusto processo.

La politica è stata aspramente criticata dai gruppi per i diritti umani, che sostengono che persone innocenti sono state catturate nella rete, oltre a consentire alle autorità di rinchiudere temporaneamente i sospetti senza alcun diritto di presentare una difesa.