MILANO (MF-DJ)--Tra la metà e la fine del 2021 una nuova ondata di crediti deteriorati rischia di scaricarsi sui bilanci delle banche italiane. Se la politica sembra ancora poco attenta al problema, nella comunità finanziaria si è iniziato a discutere su soluzioni che potrebbero aiutare gli istituti di credito a gestire un brusco deterioramento dell'asset quality.

Proprio prima della pausa natalizia una primaria società internazionale di advisory avrebbe presentato a banche e servicer l'ipotesi di una bad bank privata che aiuti il sistema creditizio italiano a gestire l'emergenza. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la proposta prevederebbe la costituzione di una industry utility, ossia un veicolo consortile partecipato dalle stesse banche che gestirebbe una parte consistente degli npe generati nel corso della pandemia. Non ci sarebbe insomma deconsolidamento degli attivi, ma solo un processo centralizzato di gestione che sgraverebbe gli istituti da un compito assai complesso e costoso.

Il veicolo si affiderebbe infatti a uno o più servicer per il processo di recupero sulla base di un modello oggi allo studio in diversi paesi tra cui il Regno Unito. A chi si rivolgerebbe il progetto? La draft circolata nelle scorse settimane al vertice di diverse banche non contempla target specifici, ma il veicolo potrebbe intervenire soprattutto sui crediti oggetto di garanzia Mcc o Sace il cui importo complessivo ha abbondantemente superato i 100 miliardi. Quanto alla tipologia del debitore, l'idea sarebbe quella di coinvolgere soprattutto il mondo delle piccole aziende alle quali spesso le banche non hanno sufficienti risorse da dedicare.

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 08, 2021 02:37 ET (07:37 GMT)