ROMA (MF-DJ)--Ancora una falsa partenza nella vicenda senza fine del Deposito Nazionale, l'infrastruttura che dovrà accogliere in sicurezza circa 95 mila tonnellate di rifiuti radioattivi italiani. Un anno dopo essere stata completata, scrive MF-Milano Finanza, la Cnai -Carta nazionale delle aree idonee- dovrà essere ancora una volta rivista prima di poter essere autorizzata.

Ieri è toccato al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, riannodare i fili di una storia che si trascina ormai dal 2010 e che ha già messo l'Italia a rischio di sanzioni da parte della Corte di Giustizia europea. La realizzazione del Deposito, infatti, non è una scelta ma un obbligo, e ormai quasi tutti i Paesi europei se ne sono dotati. Non dipende dall'aver o meno prodotto energia elettrica da fonte nucleare, come dimostra il caso della Norvegia: i rifiuti radioattivi, infatti, provengono da fonti disparate, come per esempio ambulatori clinici e ospedali.

Ma l'Italia ha accumulato ritardi su ritardi a partire dal Decreto legislativo n. 31 del 2010 che aveva affidato a Sogin il compito di localizzare, progettare, realizzare e gestire il Dnpt (Deposito Nazionale e l'annesso Parco Tecnologico). Solo il 14 gennaio 2021, infatti, è arrivata la prima carta delle aree potenzialmente idonee, pubblicata sotto la sigla Cnapi, in pratica la mappa dei luoghi dove sarebbe possibile realizzare l'infrastruttura. Terminata la consultazione pubblica, sommersa dalle osservazioni delle amministrazioni locali coinvolte, la Cnapi è diventata Cnai (Carta nazionale aree idonee) e il 15 marzo 2022 la documentazione è stata trasmessa al predecessore di Pichetto Fratin, Roberto Cingolani, finendo poi per essere ereditata dall'attuale ministro.

Ma la parola fine è ancora lontana. "Sulla proposta aggiornata di Carta Nazionale delle Aree Idonee a ospitare il deposito di scorie nucleari, elaborata da Sogin e inviata al ministero", ha detto Pichetto Fratin nel question time alla Camera, "gli esiti delle attività di verifica hanno evidenziato la necessità di integrazioni circa l'applicazione di alcuni dei criteri di esclusione o di approfondimento adottati dalla Sogin riguardo ad alcune aree potenzialmente idonee".

Così la palla è tornata alla Sogin. "Pertanto, a dicembre 2022", ha aggiunto infatti Pichetto Fratin, "è stato chiesto alla Sogin di effettuare gli approfondimenti richiesti, al fine di trasmettere a questo dicastero, nel più breve tempo possibile, un parere tecnico risolutivo e consentire conseguentemente l'approvazione della Cnai". La Carta tocca Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna. Ogni Regione ha fatto muro: 300 osservazioni e proposte tecniche, per oltre 20mila pagine di atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie. Nessuno vuole mettere a disposizione i 150 ettari necessari, ma il Deposito andrà fatto.

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1209:05 gen 2023


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