MILANO (MF-DJ)--Ormai è diventato un tira e molla, un rimpallo che vede come protagonisti due leghisti. Da un lato, si legge sull'edizione di Torino de Il Corriere della Sera, ci sono Torino e il Piemonte, sostenuti dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il quale è pronto, in nome del pragmatismo, a estendere all'intero arco alpino i Giochi olimpici invernali del 2026.

Dall'altro lato Milano e Cortina, che dopo la rinuncia del Trentino a ospitare le gare di pattinaggio di velocità, sono rimasti senza un piano A e faticano ad accettare che il trasferimento delle competizioni all'Oval del Lingotto possa rappresentare il piano B. Non passa giorno in cui a un diniego del presidente lombardo Attilio Fontana, alle prese con la campagna elettorale per la riconferma nella sua regione, non risponda, con un sì, il leader del suo partito Salvini.

L'ultima puntata della telenovela olimpica è andata in scena ieri, con il vicepresidente del governo Meloni che è tornato alla carica con il governatore della Lombardia: "Ne ho parlato con Fontana", ha fatto sapere, "se in Lombardia, Veneto, Trentino hanno la disponibilità e i soldi per il pattinaggio bene, altrimenti c'è sempre la disponibilità di Torino e del Piemonte".

Nonostante i veti lombardi, il ministro delle Infrastrutture intende tenere aperta la porta dell'Oval, costruito per le Olimpiadi del 2006. "Una struttura con i canoni olimpici costa decine e decine di milioni di euro", ha chiarito Salvini, "e, visto il momento economico che vive l'Italia, è un investimento importante. Quindi se c'è qualcosa di già pronto dal mio punto di vista di amministratore pubblico, male non fa".

red/ann

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January 30, 2023 04:29 ET (09:29 GMT)