Più di un quinto della capacità globale di raffinazione del petrolio è a rischio di chiusura, ha rilevato la società di consulenza energetica Wood Mackenzie in un'analisi pubblicata giovedì, mentre i margini della benzina si indeboliscono e la pressione per ridurre le emissioni di carbonio aumenta.

Su 465 attività di raffinazione analizzate, la società di consulenza ha classificato circa il 21% della capacità di raffinazione globale del 2023 a rischio di chiusura.

L'Europa e la Cina ospitano il maggior numero di siti ad alto rischio, mettendo a rischio circa 3,9 milioni di barili al giorno (bpd) di capacità di raffinazione, ha rilevato Wood Mac, sulla base della sua stima dei margini netti di cassa, del costo delle emissioni di carbonio, della proprietà, degli investimenti ambientali e del valore strategico delle raffinerie.

Ci sono 11 siti europei che rappresentano il 45% di tutti gli impianti ad alto rischio, secondo il rapporto.

Circa 30 raffinerie europee sono già state chiuse dal 2009, come mostrano i dati dell'ente industriale Concawe, mentre quasi 90 sono ancora in funzione.

Questa ondata di chiusure è stata causata dalla concorrenza di impianti più nuovi e più complessi in Medio Oriente e in Asia, oltre che dall'impatto della pandemia COVID-19.

Si prevede che i margini della benzina si indeboliranno entro la fine di questo decennio, con il calo della domanda e l'alleggerimento delle sanzioni alla Russia, mentre le tasse sulle emissioni di anidride carbonica previste dovrebbero iniziare a pesare, secondo l'analisi di Wood Mac.

I costi operativi potrebbero aumentare a tal punto che "la chiusura potrebbe essere l'unica opzione", ha detto Emma Fox, analista senior di Wood Mac per il settore petrolifero e chimico.

Nel frattempo, l'enorme raffineria di petrolio della Nigeria Dangote potrebbe porre fine al decennale commercio di benzina dall'Europa all'Africa, per un valore di 17 miliardi di dollari all'anno, aumentando la pressione sulle raffinerie europee, già a rischio di chiusura a causa dell'aumento della concorrenza.

La raffineria Dangote, con una capacità fino a 650.000 bpd, ha iniziato la produzione a gennaio, ma non è stata inclusa nell'analisi di Wood Mac.

I sette siti ad alto rischio in Cina sono raffinerie indipendenti di piccole dimensioni. A volte chiamate 'teiere', queste raffinerie sono soggette a normative governative più severe e competono con siti integrati più grandi, tipicamente di proprietà statale e più complessi.