Energia: i prezzi del petrolio stanno riprendendo fiato nonostante i dati globali positivi, in particolare il rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti, e le previsioni molto ottimistiche dell'OPEC. Il cartello prevede una crescita della domanda di 2,25 milioni di barili al giorno (mbpd) quest'anno e di 1,85 mbpd nel 2025. Queste cifre sono molto più ottimistiche di quelle dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, che prevede una crescita di 960.000 barili al giorno nel 2024 e di 1 mbpd nel 2025. Questa divergenza di opinioni sottolinea l'incertezza prevalente e, soprattutto, il fatto che è difficile prevedere con precisione i movimenti del mercato energetico. Tuttavia la Cina ha riacceso le preoccupazioni sulle dinamiche della sua domanda interna. Gli ultimi dati commerciali sono contrastanti, con una contrazione delle importazioni cinesi di petrolio di circa il 10% rispetto all'anno precedente. In termini di prezzi, il greggio Brent viene scambiato a circa 85 dollari, mentre il WTI a circa 80,70 dollari.

Metalli: si tratta di un caso a due camere tra i metalli industriali, che sono scesi la scorsa settimana, e i metalli preziosi, spinti in alto dall'oro. Nei metalli di base, il rame è sceso a Londra a 9780 USD (prezzo cash), appesantito dall'aumento delle scorte nei magazzini LME. L'oro, invece, ha festeggiato il calo dell'inflazione statunitense, che rafforza la probabilità di un prossimo taglio dei tassi da parte della Fed. La reliquia barbarica è quindi scambiata sopra i 2.400 dollari l'oncia.

Prodotti agricoli: nonostante un rimbalzo alla fine della scorsa settimana, i prezzi dei cereali sono ancora in tendenza al ribasso a Chicago. Un bushel di grano viene scambiato a 534 centesimi (scadenza settembre 2024), mentre il mais si mantiene stabile a 410 centesimi (anch'esso con scadenza settembre 2024).