MILANO (MF-DJ)--I leader militari del Sudan hanno accettato di reintegrare il primo ministro Abdalla Hamdok, consentendogli di formare un Governo tecnico, quasi quattro settimane dopo averlo estromesso con un colpo di stato che ha interrotto la fragile transizione del Paese verso la democrazia.

E' improbabile però che l'accordo - annunciato pubblicamente in un discorso televisivo congiunto da Hamdok e Abdel Fattah al-Burhan, il più alto generale che ha guidato il colpo di stato - ponga fine al duro scontro tra i militari e i manifestanti pro-democrazia che hanno chiesto il passaggio immediato delle funzioni al Governo civile. Diversi leader dei gruppi di protesta ieri hanno respinto qualsiasi accordo con i militari e migliaia di manifestanti si sono radunati ancora una volta nella capitale Khartoum.

In base all'intesa raggiunta con l'aiuto di un gruppo di mediatori sudanesi, i militari, oltre a reintegrare Hamdok, si sono impegnati a liberare tutti i prigionieri politici catturati all'indomani del colpo di stato del 25 ottobre. Hamdok, un economista formatosi nel Regno Unito, ha affermato che nei prossimi giorni formerà un Governo indipendente di tecnici.

Il generale Burhan ha affermato che i militari continueranno a sostenere la transizione del Sudan alla leadership civile, con le elezioni previste a luglio 2023. "Abbiamo lavorato giorno e notte per risolvere questa crisi", ha detto il generale alla televisione di stato, sottolineando che "siamo consapevoli di tutti i sacrifici fatti dal popolo sudanese. Continueremo a lavorare per preservare la transizione".

All'inizio della giornata, i soldati di stanza fuori dalla casa di Hamdok hanno iniziato a ritirarsi e Hamdok ha affermato che l'accordo aprirà la strada al completamento delle questioni irrisolte in Sudan, compresa la transizione politica e la crisi economica. "Unendo le forze, tutti noi possiamo impedire al nostro Paese di precipitare nell'ignoto. Abbiamo riportato il Sudan nella comunità internazionale, ma abbiamo ancora molte sfide da affrontare", ha affermato.

L'annuncio dei mediatori è arrivato dopo settimane di intense pressioni da parte degli Stati Uniti e di altri Governi occidentali che hanno sostenuto la fragile transizione del Sudan verso la democrazia dopo la rimozione nel 2019 del dittatore di lunga data Omar al-Bashir. Alti funzionari statunitensi, tra cui il segretario di Stato Antony Blinken, hanno affermato che il ritorno in carica di Hamdok e il rilascio degli altri leader civili sudanesi è la chiave per stabilire relazioni con Washington e ottenere il ripristino di 700 milioni di dollari di aiuti sospesi dopo il colpo di stato.

Il colpo di stato militare e la repressione delle proteste che ne sono seguite hanno aumentato le tensioni all'interno della società sudanese sul futuro di un Paese che si trova al crocevia tra l'Africa subsahariana e il Medio Oriente. Anche prima del colpo di stato, c'era una diffusa insoddisfazione per una crisi economica che ha portato l'inflazione dei prezzi al consumo vicino al 400% per gran parte di quest'anno e ha lasciato poche opportunità alla popolazione giovane del Sudan.

"Le fazioni all'interno dell'Esercito sono state sorprese dalla portata del respingimento civile", ha affermato Ed Hobey-Hamsher, analista della società di consulenza sul rischio politico Verisk Maplecroft. "Il generale Abdel Fattah al Burhan è diventato improvvisamente sempre più isolato", ha spiegato.

Il sindacato dei medici sudanesi afferma che le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 40 manifestanti e ne hanno ferite altre centinaia dopo il colpo di stato. All'inizio di questo mese, il generale Burhan si è riconfermato a capo di un nuovo consiglio di Governo sovrano, l'organismo civile-militare incaricato di sovrintendere alla transizione, rafforzando efficacemente la presa dei militari sul Paese.

Le Forze della Libertà e del Cambiamento, un'ampia coalizione di gruppi civili e ribelli che ha avuto un ruolo centrale nella cacciata di Bashir, hanno dichiarato ieri che continueranno a opporsi al dominio dell'Esercito. "Sottolineiamo la nostra posizione chiara e preannunciata, nessuna negoziazione, nessuna partnership. Non vogliamo essere d'accordo con questa giunta brutale", ha affermato il gruppo.

cos

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November 22, 2021 04:34 ET (09:34 GMT)