ROMA (MF-DJ)--La presenza contemporanea del premier Mario Draghi e della presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula von der Leyen, in Israele oggi certifica il ruolo determinante che il paese può svolgere per blindare i negoziati tra Russia e Ucraina e dirigerli verso un vero processo di pace.

Oggi il capo del governo italiano incontrerá il primo ministro d'Israele e lo fará dopo la visita allo Yad Vashem e prima di recarsi a Ramallah, in Cisgiordania, per il bilaterale con il premier palestinese Mohammad Shtayyeh. Draghi è arrivato in Israele con l'obiettivo di convincere Bennett a impugnare le trattative e attaccarsi al telefono con Putin. La diplomazia italiana crede che da qui a un mese e mezzo, comunque entro l'estate possano crearsi le condizioni per portare il presidente russo al tavolo della pace. Putin ha grande considerazione degli israeliani e ha sempre voluto mantenere buoni rapporti, lo provano le scuse rivolte al governo di Tel Aviv dopo la gaffe del suo ministro degli Esteri Sergey Lavrov su "Hitler ebreo". Subito dopo Gerusalemme, Draghi andrá a Kiev, poi lo aspettano il Consiglio europeo, il G7 in Germania, il summit Nato a Madrid e il vertice con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ad Ankara. Il fatto che la tappa in Israele avvenga prima di tutti questi incontri e a due giorni dalla trasferta a Kiev con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron dá ancora piú sostanza al faccia a faccia con Bennett e alle informazioni di prima mano che l'israeliano può fornire sui russi. La richiesta che Draghi ribadirá è netta: "Israele può aiutarci ad arrivare il prima possibile alla pace". Di certo la presenza della Von der Leyen rafforza la volontá dell'Europa

nel coinvolgere Israele come mediatore.

In realtà, la visita del premier e della presidente della Commissione Ue rafforza anche la tesi secondo cui il gas israeliano stia divenendo sempre più strategico nel quadro di una politica che entro il 2027 vuole ridurre drasticamente la dipendenza dell'Europa dalle importazioni russe e diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Al centro dell'attenzione dell'incontro di ieri gli enormi giacimenti off-shore scoperti tra il 2009 e il 2010 a largo di Israele: il primo, Tamar, con una capacità di 369 miliardi di metri cubi; il secondo, Leviathan, addirittura con una potenzialità di quasi 620 miliardi di metri cubi. Ma se la disponibilità di questo gas pompato sotto il mare a una profondità di oltre 5 chilometri c'è, resta ancora da risolvere il problema di come farlo arrivare nel nostro paese e poi in Europa.

Il progetto esiste, anzi ne esistono due, ma quello che al momento appare di maggiore interesse è la costruzione di un gasdotto, chiamato Eastmed e lungo 1700 chilometri, che passerebbe attraverso Cipro e la Grecia. Il secondo vede invece interessata la Turchia. Progetti costosi e di non semplice realizzazione che però l'Europa sembra ora incoraggiare e sostenere perseguendo un accordo le cui basi sembrano già gettate. «Lavoriamo per rafforzare la partnership su energia, sicurezza alimentare» ha confermato ieri von der Leyen.

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MF-DJ NEWS

1411:00 giu 2022


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June 14, 2022 05:01 ET (09:01 GMT)