ROMA (MF-DJ)--Prosegue a novembre la crescita su base mensile del fatturato dell'industria. Anche nella media degli ultimi tre mesi l'andamento congiunturale è positivo, con una dinamica più accentuata sul mercato interno che su quello estero. Nel confronto tendenziale su dati corretti per i giorni lavorativi, l'incremento del fatturato è diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, con aumenti particolarmente rilevanti per il comparto energetico.

A sottolinearlo è l'Istat che precisa come il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, sia cresciuto del 2,4% rispetto a ottobre, con un andamento positivo sia sul mercato interno (+2,2%) sia su quello estero (+2,7%).

Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 22,2% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2020) trainato da incrementi tendenziali "molto marcati" per l'energia (+810%) e i beni intermedi (+30,7%). Più contenuti gli aumenti per i beni di consumo (+18,0%) e per quelli strumentali (+8,4%). Con riferimento al comparto manufatturiero, gli aumenti tendenziali riguardano tutti i settori di attività economica ad eccezione del comparto dei mezzi di trasporto.

Nella media del trimestre settembre-novembre l'indice complessivo registra un incremento del 3,5% rispetto ai tre mesi precedenti (+4,7% sul mercato interno e +1,5% su quello estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a novembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per tutti i principali settori: l'energia (+4,0%), i beni intermedi (+3,1%), i beni di consumo (+2,4%) e i beni strumentali (+1,1%).

Molto soddisfatti dei dati i consumatori che mettono in evidenza come, per la "nona volta consecutiva il fatturato è superiore ai valori pre-crisi sia di gennaio che di febbraio 2020. Un flusso favorevole iniziato a marzo 2021 e che non si è ancora interrotto". Secondo uno dell'Unione nazionale consumatori, se si confronta il fatturato di oggi con quello del febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, "è superiore del 16,8%, mentre rispetto a gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, è maggiore del 14,7%". Inoltre, anche andando indietro di due anni, rispetto a novembre 2019, ora il livello, nei dati corretti per gli effetti di calendario, è più alto del 17,1%, +17,1% anche su novembre 2018".

I consumatori lanciano poi l'allarme sui possibili rischi derivanti dal caro-bollette. "Se ora i rincari dell'energia stanno facendo fare extra-profitti miliardari alle industrie energetiche, facendo da traino al fatturato complessivo, extra-profitti che andrebbero tassati, per le altre industrie significa invece un rialzo astronomico dei costi di produzione che rischia di mandare in tilt i loro bilanci e di avere effetti nefasti su produzione e fatturato", conclude l'Unc.

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(END) Dow Jones Newswires

January 27, 2022 05:02 ET (10:02 GMT)