ROMA (MF-DJ)--Il Mediterraneo deve essere considerato "centro culturale ed economico" dell'Europa, "non un confine". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in apertura dei Med Dialogues di Roma, spiegando che "l'Italia sostiene con convinzione la nuova agenda per il Mediterraneo dell'Unione Europea. I considerevoli impegni finanziari nella regione devono stimolare una ripresa equa e sostenibile. Le transizioni in corso -prime fra tutte quella digitale e quella ambientale- creano lo spazio per un percorso di stabilità e prosperità. Alla base di questi obiettivi deve esserci una visione condivisa per il Mediterraneo".

Il Mediterraneo, ha sottolineato il premier, "non è soltanto un mare o, come si diceva un tempo, un'espressione geografica. Oggi, come in passato, è un insieme di legami, sociali, economici, culturali. Grazie a mercanti e marinai, artisti e viaggiatori che, soprattutto nelle città portuali, hanno portato nuove conoscenze e preservato antiche usanze". Bisogna "rafforzare la cooperazione regionale in un'area da sempre fondamentale per il nostro Paese".

Il Mediterraneo è importante anche per le risorse naturali comuni: auspicabile una politica energetica "condivisa". Innanzitutto, ha continuato Draghi, "per favorire lo sviluppo delle rinnovabili, a partire dall'eolico e dal solare. Fondamentali sono anche le prospettive offerte dall'idrogeno verde. Dobbiamo nel frattempo continuare a capitalizzare sulle risorse del gas, di cui il Mediterraneo conserva ampie riserve, come fonte di transizione nel medio periodo. E programmare insieme lo sviluppo dei prossimi anni, nella transizione verde e in quella digitale".

L'importanza del Mediterraneo si vede con i flussi di migranti, "che molto spesso hanno origine lontano dal mare. Da soli non possiamo controllare i movimenti migratori, da inizio di quest'anno 6 volte tanti, rispetto al 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo". Su questo tema "l'Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà". L'obiettivo, in tema di

immigrazione, è "proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai Paesi

piú vulnerabili, rafforzare i flussi legali che sono una risorsa e non

una minaccia per la nostra società".

Sui rapporti con gli altri Paesi, il premier ha precisato che "con l'Iran manteniamo un dialogo esigente, ma costruttivo, anche per quanto riguarda la non proliferazione del nucleare", mentre "il nostro impegno in Iraq è rilevante. Contribuiamo al processo di graduale espansione della missione Nato, di cui assumeremo il comando per un anno a partire dal prossimo maggio".

Fondamentale è il processo di transizione e pacificazione in Libia che "l'Italia sostiene. La conferenza di Parigi ha riaffermato l'unitá

della comunità internazionale attorno a questo obiettivo. Solo un

percorso a guida libica può portare a una soluzione della crisi del

Paese. Siamo vicini alle elezioni del 24 dicembre"; è un appuntamento "cruciale per cittadini libici", è essenziale che siano "libere, eque e credibili. Solo così le istituzioni libiche saranno più solide".

"Riguardo a Israele, guardiamo con attenzione al percorso

di normalizzazione delle sue relazioni col mondo arabo", ha proseguito Draghi aggiungendo che "le recenti crisi di Gaza dimostrano la necessitá di riavviare gli sforzi internazionali a favore del processo di pace. Un cammino che deve portare a una soluzione a due Stati, praticabile, giusta e direttamente negoziata dalle parti coinvolte".

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(END) Dow Jones Newswires

December 03, 2021 09:02 ET (14:02 GMT)