ROMA (MF-DJ)--Nel 3* trimestre del 2021, il reddito disponibile delle famiglie e il loro potere d'acquisto sono cresciuti sensibilmente, mentre la crescita sostenuta dei consumi finali ha generato una flessione della propensione al risparmio, rimasta tuttavia a livelli superiori a quelli registrati prima della crisi. La quota di profitto delle società non finanziarie si è lievemente accresciuta rispetto al trimestre precedente, mentre il loro tasso di investimento ha subìto una flessione, per il 2* trimestre consecutivo. Infine, nel 3* trimestre del 2021, il rapporto deficit/Pil si è sensibilmente ridotto in termini tendenziali al -6,2% per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l'aumento delle uscite.

E' questo il quadro tracciato dall'Istat nei conti trimestrali. In particolare, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è

aumentato dell'1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi

sono cresciuti del 3,6%.

La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è

stata pari all'11%, in diminuzione di 1,6 punti percentuali rispetto al

trimestre precedente.

A fronte di un aumento dello 0,6% del deflatore implicito dei consumi

finali delle famiglie, il potere d'acquisto è cresciuto dell'1,2%

rispetto al trimestre precedente.

La quota di profitto delle societá non finanziarie, stimata al 42,8%,

è aumentata di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle societá non finanziarie, pari al 21,5%,

è diminuito di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Secondo l'Unione Nazionale Consumatori, si tratta di "dati insoddisfacenti. Se è certo positivo che i consumi delle famiglie siano saliti sia rispetto al secondo trimestre 2021, +3,6%, che rispetto al terzo trimestre 2020, +5,9%, siamo ancora troppo distanti dai valori pre-crisi. Se, infatti, raffrontiamo il dato di oggi con tutti gli ultimi trimestri pre-crisi del 2019, non c'è un solo confronto che sia in territorio positivo", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unc.

"In particolare, rispetto al 3* trimestre del 2019 i consumi delle famiglie sono ancora inferiori del 2,7%. E questo accade nonostante il reddito disponibile sia attualmente superiore a tutti quelli registrati nei quattro trimestre del 2019. Insomma, le persone non hanno ancora fiducia nel futuro e preferiscono accantonare risparmi a titolo precauzionale, anche se meno di prima. Una situazione, però, destinata purtroppo a peggiorare nel quarto trimestre del 2021, quando è arrivata la stangata di luce e gas e l'inflazione è decollata dal 2,5% di settembre al 3,9% di dicembre, cosa che determinerà un contraccolpo sul potere d'acquisto delle famiglie con conseguenze negative sui consumi", conclude Dona.

Secondo il Codacons, i dati positivi dell'Istat circa la crescita dei consumi e del reddito delle famiglie nel 3* trimestre sono "obsoleti e purtroppo già superati, e dovranno scontrarsi con un quadro economico oggi profondamente modificato rispetto ai primi 9 mesi del 2021. I fortissimi aumenti delle bollette di luce e gas scattati ad ottobre e a gennaio, il caro-benzina e i rincari dei prezzi al dettaglio, schizzati alle stelle negli ultimi mesi del 2021, intaccheranno fortemente il potere d'acquisto dei cittadini con effetti diretti sulla spesa. La "buona" performance dei consumi e la crescita del reddito dovranno quindi fare i conti con rincari di prezzi e tariffe, generalizzati e in tutti i settori, che "da un lato stanno oggi riducendo la capacità di acquisto delle famiglie, dall'altro avranno effetti negativi sulla spesa rallentando la ripresa economica del paese".

pev

eva.palumbo@mfdowjones.it

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January 07, 2022 05:02 ET (10:02 GMT)