MILANO (MF-DJ)--L'Eurispes ha analizzato il bilancio energetico italiano con l'obiettivo di descrivere i livelli di produzione e consumi energetici nel nostro Paese. Ecco i punti chiave del copioso studio.

1. L'Italia è ancora fortemente dipendente dall'estero per quel che riguarda le fonti di approvvigionamento energetico. Nel 2021, a fronte di una riduzione della produzione nazionale - passata dai 37.673 ktep del 2020 a 36.402 ktep del 2021, per un calo del 3,4% - vi è stato un aumento delle importazioni lorde di energia pari al 9,7%. La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilitá energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall'estero, è aumentata dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021. In particolare, nel 2021 si sono registrati cali nella produzione nazionale di petrolio e prodotti petroliferi (-16%), di gas naturale (-18,2%) e dei rifiuti non rinnovabili, (-2,8%). Unica eccezione riguarda il settore delle energie rinnovabili e dei bioliquidi, che ha registrato un +1%.

2. Un terzo dei consumi energetici complessivi del Paese si concentra nel settore dei trasporti, con un aumento del 22% nel 2021. Il comparto è anche quello in cui il peso dei prodotti petroliferi ricopre ancora un ruolo predominate, dato che questi ultimi rappresentano il 90% dei consumi complessivi. Va però evidenziato come negli ultimi anni stia sempre piú aumentando la ricerca di carburanti e fonti di alimentazione alternative, quali biocarburanti, energia elettrica e biometano. A dimostrazione di questo nel 2021 è stato registrato un +15% nell'utilizzo di biocarburanti e un +67% di biometano. Sono anche aumentati gli impianti di produzione di biometano presenti sul territorio che, nel 2021 sono passati da 15 a 26. Infine, sta crescendo vertiginosamente il numero di autoveicoli elettrici in circolazione in Italia: passato da 49.500 unitá nel 2019 a 113.169 nel 2020 per arrivare a circa 260.000 nel 2021.

3. L'Italia ha superato di oltre 3 punti percentuali i suoi obiettivi rinnovabili per il 2020, dato che la quota di rinnovabili nel consumo finale di energia ha raggiunto il 20,4%, rispetto a un obiettivo del 17%. Piú nello specifico, la quota di rinnovabili nella produzione di energia elettricitá ha raggiunto il 38% contro un obiettivo del 26%, mentre la quota per riscaldamento e raffreddamento ha raggiunto il 20% del totale rispetto a un obiettivo iniziale, per il 2020, pari al 17%. Va inoltre evidenziato come il National energy and climate plan (Necp 2030) italiano punti a ottenere entro il 2030 una quota del 30% di rinnovabili nel consumo finale, di cui il 55% nel consumo di elettricitá e il 34% nel consumo di calore.

4. Sono aumentati gli impianti fotovoltaici in Italia. Al 30 agosto 2022 il numero totale era di 1.139.967, in aumento del 12,2% rispetto a dicembre 2021. Anche per quanto riguarda la produzione totale di energia da impianti fotovoltaici, nei primi tre trimestri del 2022, è aumentata del 12% rispetto al periodo gennaio-settembre 2021. In generale la crisi energetica di quest'anno ha portato a una ulteriore accelerazione nell'installazione di impianti fotovoltaici, per tutte le diverse classi dimensionali e in tutte le regioni del Paese. Il numero di impianti installati nei primi nove mesi del 2022 è stato di 123.844, il 126% in piú rispetto al 2021, quando nello stesso periodo erano stati installati 54.788 impianti fotovoltaici.

5. Il numero di famiglie italiane in povertá energetica nel 2020 era di circa 2 milioni, equivalenti all'8% della popolazione. Le differenze maggiori in questo ambito emergono andando a osservare i differenti dati a livello regionale. La regione in Italia con il piú alto indice di povertá energetica risulta essere la Sicilia, regione in cui il dato arriva a sfiorare il 18%. Seguono la Basilicata (15%) e la Calabria (14%). In ogni caso, il problema resta generale al Mezzogiorno, dato che tutte le regioni del Sud hanno tassi di povertá energetica superiori alla media nazionali che non scendono mai sotto il 10%. Al contrario, le regioni del Centro-Nord sono tutte comprese nella fascia che va dal 5% del Veneto (la regione con i tassi piú bassi di tutta Italia) e il 6,3% del Piemonte.

6. E' indispensabile che l'Italia aumenti il proprio livello di autonomia energetica. Si tratta di un Paese storicamente dipendente

dall'importazione di risorse e con minor autonomia energetica rispetto a

gran parte delle realtá europee, che ha risentito e sta risentendo piú di

altri delle conseguenze della crisi energetica ed economica che si sono

verificati a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. In questo

contesto risulta indispensabile aumentare il livello di autonomia

energetica sfruttando al meglio le risorse che caratterizzano il nostro

Paese. L'Italia, che è ai primi posti in Europa per disponibilitá di risorse energetiche rinnovabili, potrebbe aumentare il proprio livello di autonomia energetica sfruttando, di piú e meglio, il proprio potenziale.

cos

francesca.costantini@mfdowjones.it


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January 11, 2023 09:00 ET (14:00 GMT)