MILANO (MF-DJ)--Volatilitá in aumento sui mercati, con la paura di una recessione che pesa sull'azionario. Il Ftse Mib cede lo 0,85%.

L'attenzione degli operatori resta sempre sulle prossime mosse delle banche centrali, in un contesto di inflazione elevata da un lato e rallentamento della crescita dall'altro. Alta sullo sfondo la tensione geopolitica per via della guerra in Ucraina.

Domani verranno resi noti i verbali dell'ultima riunione del Fomc della Fed, mentre giovedì gli occhi saranno tutti puntati sull'inflazione negli Usa a settembre. Al momento il mercato sconta che la banca centrale Usa, impegnata nella lotta all'inflazione, alzerá nuovamente i tassi di 75 punti base a novembre.

Per Craig Erlam, senior market analyst di Oanda, sul mercato c'è crescente pessimismo e gli investitori "probabilmente dovrebbero mettere in conto una volatilitá in aumento in vista".

Con "le minute della Fed in agenda domani e il dato sui prezzi al consumo negli Usa" a settembre "in pubblicazione giovedì il sentiment probabilmente rimarrá un pò complesso", sottolinea Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets, che nota come i mercati scontino un altro aumento dei tassi da 75 punti base a novembre da parte della Fed. Pesa sul sentiment il rischio che le mosse delle banche centrali per combattere l'inflazione spingano l'economia globale in recessione, aggiunge l'esperto.

Lukman Otunuga, senior research analyst di FXTM, cita i "timori sull'outlook sulla crescita globale e le minacce geopolitiche, che lasciano gli investitori in bilico. L'azionario europeo è in rosso sui timori in merito al fatto che l'inflazione elevata spinga ad alzare" ancora "i tassi di interesse, a spese della crescita economica".

"Mentre la Fed continua a navigare a vista, arrivano i nuovi moniti del Fmi e della Banca Mondiale, che hanno avvertito di un crescente rischio di recessione globale. Sebbene le varie banche centrali evitino di riportarlo all'interno dei loro scenari base, l'ombra della recessione viene a essere stimata dai mercati. Per Goldman Sachs le probabilitá che si verifichi nel corso del prossimo anno sono del 35%, se si dovessero verificare ulteriori shock, come ad esempio quello generato dalle rinnovate pressioni al rialzo dei prezzi del greggio o da errori di politica monetaria. JP Morgan, per voce del suo Ceo Jamie Dimon, avverte che la recessione degli Stati Uniti è probabile tra 6 e 9 mesi minacciando di scatenare 'panico' nei mercati del credito e di cancellare un ulteriore 20% dal valore delle azioni statunitensi", commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro.

"Sebbene l'inflazione/recessione resti il tema principale in questo momento", aggiunge l'esperto, "i mercati potrebbero rivolgere altrove lo sguardo, in particolare sulla stagione delle trimestrali, con le grandi banche a dare il via. Si tratterá di uno sviluppo importante, poichè la crescita degli utili è in genere un potente motore della performance del mercato a piú ampio termine e ci sono alcuni elementi chiave al centro dell'attenzione. I mercati probabilmente presteranno molta attenzione ai margini di profitto nel trimestre per un'indicazione di quanto impatto provenga dall'aumento dei costi di input e del lavoro".

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(END) Dow Jones Newswires

October 11, 2022 09:00 ET (13:00 GMT)