Non è un segreto che i mercati dei tassi e delle azioni si siano tradizionalmente mossi in direzioni opposte. Pertanto, il costante aumento dei rendimenti obbligazionari ha meccanicamente pesato sulla performance delle azioni, mentre l'allentamento dei tassi iniziato diversi mesi fa si è tradotto in un ritorno del rischio, con performance registrate nelle Borse mondiali, in particolare quelle europee. Un modo per illustrare questo aspetto è osservare il grafico seguente, che traccia l'andamento dell'S&P 500 (in bianco) e del TNote 10 (in blu), che, va ricordato, si muove inversamente al rendimento del titolo decennale statunitense.

Taux

Fonte: Bloomberg

Con la notevole eccezione del periodo tra maggio e luglio dello scorso anno, quando i rendimenti obbligazionari sono scesi mentre le azioni continuavano a salire, la correlazione tra i due asset è evidente. In altre parole, se il decennale statunitense inizia a rimbalzare fortemente al di sopra del 4,10%, soglia chiave per i prossimi mesi, è molto probabile che questo peserà sul mercato azionario statunitense.

Un ulteriore allentamento è necessariamente positivo per le azioni?

Finora, l'allentamento dei tassi d'interesse ha fatto parte di una narrativa che enfatizza la rapida disinflazione sullo sfondo di un atterraggio morbido dell'economia statunitense. Finché questo pilastro non sarà eroso, dovremmo effettivamente assistere a un ulteriore aumento dei mercati azionari. Tuttavia, se l'economia mostra segni di cedimento e gli investitori iniziano a preoccuparsi della crescita futura, i tassi potrebbero continuare a scendere per paura di una recessione. In questo scenario meno roseo, la Fed sarebbe effettivamente costretta a tagliare i tassi per sostenere l'economia, e non più per tenere sotto controllo l'inflazione.