ROMA (MF-DJ)--I mesi di settembre-ottobre vedranno un cambiamento importante nella frequenza degli spostamenti rispetto a quanto avveniva prima della pandemia, con una flessione degli spostamenti per studio e lavoro, un aumento del ricorso all'automobile privata e una caduta dell'utilizzo dei mezzi pubblici: è quanto emerge dall'indagine Istat "La mobilità degli italiani, le intenzioni per il prossimo autunno".

In particolare, mentre prima della pandemia oltre l'80% degli intervistati attualmente occupati o studenti maggiorenni si spostava, per studio e lavoro, almeno 5 volte a settimana, ora questa quota scende al 68,1%. Cresce invece, arrivando al 10,3%, la quota di rispondenti che reputano di non effettuare affatto spostamenti in autunno; infine, circa il 2% degli intervistati, una piccola quota ma notevolmente più elevata rispetto a gennaio 2020, si aspetta di recarsi sul luogo di studio o lavoro meno di una volta a settimana. La previsione di una generale diminuzione dei trasferimenti sembra caratterizzare in misura maggiore gli studenti rispetto agli occupati.

Anche sulla modalità di trasporto si prefigurano importanti cambiamenti, con una caduta nell'utilizzo del mezzo pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della pandemia), e un parallelo incremento nell'uso dell'automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la metà degli spostamenti nel prossimo autunno (49,4%). In aumento anche l'uso dell'auto utilizzata in qualità di passeggero. Un lieve calo caratterizza, invece, le forme di mobilità cosiddetta dolce (bicicletta e monopattino anche elettrici, spostamenti a piedi).

Tra occupati e studenti ben uno su quattro prevede di cambiare la propria frequenza di spostamento rispetto a prima della pandemia. Per quasi la metà di essi il Covid rappresenta la causa esclusiva di questo mutamento, mentre per un rimanente 17% è una concausa che si accompagna ad altre ragioni.

Sono meno diffusi i cambiamenti della modalità di trasporto, che varia solo per un decimo degli intervistati. In questo caso il Covid rappresenta una causa della mutata abitudine, esclusiva o associata ad altre motivazioni, per circa la metà degli occupati e studenti intervistati. Peraltro, come visto in precedenza, la più bassa diffusione dei cambiamenti nella modalità di trasporto si associa a una sostanziale uniformità del tipo di cambiamento, ossia lo spostamento dal mezzo pubblico all'automobile.

Sebbene l'obiettivo principale dell'indagine abbia riguardato gli spostamenti per studio e lavoro, sono state poste alcune domande anche a persone che hanno dichiarato una condizione professionale diversa da quella di occupato o studente. In particolare, i quesiti si sono incentrati sulle abitudini di spostamento degli intervistati a inizio 2020 e le loro previsioni di mobilità per il prossimo autunno, con particolare riferimento all'uso del trasporto pubblico e del mezzo privato a motore (automobile, moto, scooter).

La maggioranza degli intervistati (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare nel prossimo futuro il trasporto pubblico; un quarto lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al 2%) ritiene che lo utilizzerà di più mentre il 17,6% lo farà con minor frequenza. Anche in questo caso, emerge complessivamente una propensione a un minore ricorso al trasporto pubblico. I tre quarti di coloro che prevedono di spostarsi meno con i mezzi pubblici citano il Covid come motivazione, esclusiva o in associazione con altre cause.

Per quanto riguarda l'atteggiamento degli stessi rispondenti verso l'uso del veicolo privato a motore, in quattro casi su cinque non ci saranno variazioni, mentre nei restanti prevalgono leggermente coloro che lo utilizzeranno con minore frequenza rispetto a quelli che invece prevedono di incrementarne l'utilizzo. Tra questi ultimi, oltre la metà cita il Covid come una causa esclusiva o connessa ad altre ragioni per il cambiamento previsto.

com/rov

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August 11, 2021 05:26 ET (09:26 GMT)