MILANO (MF-DJ)--I ministri dell'Occupazione e degli Affari sociali dell'Ue hanno raggiunto un "orientamento generale" su una proposta di legge dell'Ue volta a migliorare l'equilibrio di genere tra i membri dei Cda senza incarichi esecutivi nelle società quotate.

"L'accordo odierno in seno al Consiglio è un passo importante. Chiedo l'avvio tempestivo dei negoziati con il Parlamento europeo per giungere all'adozione definitiva di questa direttiva, che consentirà di combattere il soffitto di cristallo che le donne ancora troppo spesso affrontano nel mondo del lavoro", ha detto Elisabeth Borne, la ministra francese del Lavoro, dell'Occupazione e dell'Integrazione, a nome della presidenza del Consiglio dell'Ue.

"E' una buona notizia che gli Stati membri abbiano raggiunto la maggioranza a favore della nostra proposta sulle donne dei Cda. Finalmente possiamo andare avanti. La diversità non è solo una questione di equità ma guida anche la crescita e l'innovazione".

Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aggiungendo che "con la nostra proposta vogliamo rompere la barriera invisibile che impedisce alle donne di talento di accedere ai Cda. E sappiamo che la legislazione funzionerà. Attendo ora con impazienza la rapida adozione della nostra proposta. Così i sogni di donne come Simone Veil potranno finalmente avverarsi".

Lo scopo della presente direttiva, spiega una nota, è fissare un obiettivo quantitativo per la percentuale di membri del sesso sottorappresentato nei consigli di amministrazione delle società quotate. Le società dovrebbero pertanto mettere in atto misure per conseguire l'obiettivo minimo del 40% dei membri sottorappresentati per gli amministratori senza incarichi esecutivi o del 33% per tutti i membri del loro Cda entro il 2027. In caso di mancato rispetto di tali obiettivi, una società sarebbe tenuta a nominare o eleggere gli amministratori applicando criteri chiari e univoci formulati in termini neutri.

Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che, nella scelta tra candidati con pari qualifiche in termini di attitudine, competenze e prestazioni professionali, le imprese diano priorità al candidato del sesso sottorappresentato.

I Paesi che hanno messo in atto misure, come obiettivi nazionali per conseguire una rappresentanza più equilibrata di donne e uomini, possono sospendere i requisiti di nomina della direttiva. Lo stesso vale se hanno già compiuto progressi verso il conseguimento degli obiettivi stabiliti nella direttiva. Nella sua posizione, il Consiglio ha inoltre chiarito che spetta a ciascuno Stato membro (piuttosto che alle società) scegliere tra i due obiettivi proposti, vale a dire il 40% per gli amministratori senza incarichi esecutivi o il 33% per tutti i membri del consiglio di amministrazione.

Sebbene siano stati compiuti progressi verso una maggiore parità tra uomini e donne nei consigli di amministrazione, rimane disomogeneità. A ottobre 2021, solo il 30,6% dei membri dei Cda e solo l'8,5% dei presidenti dei consigli di amministrazione erano donne nell'Unione europea. Il divario tra gli Stati membri è significativo. Quelli in cui sono state messe in atto misure stanno progredendo molto più velocemente di quelli in cui non ce ne sono.

Si prevede che una percentuale più elevata di donne in posizioni decisionali a livello economici avrà un impatto positivo su tutta l'economia. Inoltre, le donne rappresentano circa il 60% dei neolaureati nell'Ue. Pertanto, un migliore equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società consentirebbe anche di utilizzare meglio il gran numero di donne altamente qualificate in Europa.

L'accordo odierno tra gli Stati membri apre la strada ai negoziati tra il Consiglio e il Parlamento europeo al fine di raggiungere una posizione comune.

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March 14, 2022 08:04 ET (12:04 GMT)