MILANO (MF-DJ)--Un percorso lungo sei anni. Tanto è servito a Unopiù, azienda di arredamento, per uscire dal tunnel della crisi. Al punto che a breve arriverà l'omologa definitiva che sancisce la conclusione del concordato preventivo. La società milanese guidata dall'ad Christian Rauch (ex ceo di Montblanc Italy e prima in Sony) e controllata da un pool di investitori composto da Flavio Briatore, Luca Marzocco, Canio Mazzaro, Gerard Cohen e la Yousef Abdullah Alkhereiji Sons Holding Company di Jedda, ha chiuso il 2020 con un giro d'affari di 22-23 milioni.

«E il ritorno al pareggio operativo», puntualizza a MF-Milano Finanza lo stesso Briatore. «Siamo riusciti a rimettere in carreggiata l'azienda nata nel 1978: nel 2008 aveva un fatturato che sfiorava i 70 milioni, ma l'anno successivo aveva risentito della crisi globale per finire poi in procedura concordataria». La cordata a trazione italiana - anche se la holding di controllo, Splendor, si trova in Lussemburgo - è entrata in scena nel 2015, «quando Unopiù aveva un debito di 26-27 milioni e un ebitda negativo di 5 milioni», continua Briatore. «Abbiamo investito 30 milioni, saldato i fornitori, estinto i debiti con le banche e garantito un centinaio di posti di lavoro». La svolta impressa dai nuovi soci è legata anche al cambio di management «che ha puntato sulla trasformazione digitale, nuove linee di prodotto, 15, e potenziato l'ecommerce, oggi in nove lingue. Oltre a rivedere completamente i processi interni, dalla logistica al concept degli store». A regime, i punti vendita saranno 12 con location in città come Madrid, Barcellona, Parigi e Monaco di Baviera.

fch

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March 17, 2021 04:10 ET (08:10 GMT)