MILANO (MF-DJ)--Più che l'assalto al Senato i mercati hanno guardato alla vittoria di Biden in Georgia. Così Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, motiva i rialzi registrati dalle borse, e in particolare da Wall Street, negli ultimi giorni, che pure hanno sconvolto l'America e il mondo intero.

Domanda. Le borse hanno iniziato l'anno in piena corsa, sembrano sorde anche alle scene di Washington. Tanta euforia la allarma?

Risposta. A cavallo di fine anno ci sono stati due eventi-chiave per i mercati: l'accordo sulla Brexit e la vittoria democratica in Georgia e la conquista del Senato, che permetterà maggiori stimoli fiscali. I disordini a Capitol Hill sono il frutto di una contrapposizione sociale che ci aspettiamo possa rientrare una volta insediata la nuova amministrazione. I rialzi sono dunque giustificabili.

D. E da qui in avanti? Che cosa consiglia agli investitori?

R. Il mercato è vulnerabile a correzioni e a momenti di consolidamento nel breve periodo, ma in un'ottica di medio-lungo termine le azioni hanno un appeal superiore alle obbligazioni. Inoltre, a fronte di valutazioni elevate in alcuni settori e mercati, permangono aree geografiche e comparti che trattano a prezzi ragionevoli. Purtroppo nel 2021 ci sarà tanta volatilità anche per la sospensione delle misure di sostegno all'economia. Quindi suggeriamo diversificazione, posizionamento su un orizzonte temporale più lungo e investimenti nell'economia reale.

D. Molti risparmiatori invece hanno aumentato la liquidità in portafoglio.

R. Tenere liquidità sul conto corrente non è mai una buona cosa. Penso che si possano tenere liquidi i soldi per un fabbisogno di 6-12 mesi, tutto il resto va investito. Se il 30% dei 1.800 miliardi che oggi stanno sui conti correnti fossero investiti in prodotti illiquidi, come private equity e private debt, che negli ultimi decenni hanno dimostrato di rendere circa l'8%, riusciremmo a ottenere un rendimento del 2,4% l'anno mantenendo il 70% di liquidità disponibile.

D. Su questo fronte in Italia l'industria del risparmio è in ritardo?

R. Sull'economia reale non si può improvvisare. Noi ci lavoriamo da oltre cinque anni, abbiamo una struttura dedicata, siamo presenti anche negli Stati Uniti e stiamo per espanderci nei mercati emergenti per evitare concentrazione del rischio. In Italia l'economia reale significa piccole e medie imprese: mediamente il ritorno su questa asset class a 5, 7 e 10 anni è dell'8% circa. La nostra sfida è avvicinare i risparmiatori a questa strategia.

D. È quello che Azimut ha fatto acquisendo l'Isola dei Tesori, società del pet food, e Sicer (chimica) attraverso un vostro fondo di private equity aperto al retail. Non è un connubio rischioso?

R. Questi sono investimenti in cui, visto l'orizzonte temporale, difficilmente si possono perdere soldi. Ma chiaramente bisogna superare il fastidio dell'illiquidità. Inoltre il mercato delle pmi ha un problema di capacity; operatori molto più grandi di noi ci metterebbero molto di più per attrezzarsi e poi probabilmente per loro il mercato potrebbe essere troppo stretto.

D. Quanto pensate di raccogliere in quest'area?

R: Il 2020 si è chiuso con oltre 4 miliardi di raccolta netta; 2 miliardi era l'obiettivo che ci eravamo posti in termini di raccolta sull'economia reale e lo abbiamo raggiunto a novembre. In parte andranno investiti nei prossimi mesi in aziende sotto forma sia di debito sia di azioni.

D. A proposito di bilanci. Come avete chiuso il 2020?

R. Non abbiamo mai fallito un obiettivo dichiarato e non lo abbiamo fatto neanche nel 2020. Avevamo previsto 300 milioni di euro di utile netto e mi sento di confermare questa possibilità.

D. La mania del bitcoin è tornata. Lo consiglierebbe ai risparmiatori?

R. Il bitcoin è soprattutto quello che sottende, ovvero la cosiddetta «tokenizzazione». È come Internet: è il futuro del nostro mestiere. Come in tutte le cose in fase pionieristica ci sono anche delle truffe, per cui bisogna stare molto attenti. Non lo considero ancora uno strumento maturo per il retail. Però sicuramente il bitcoin, come elemento di una tokenizzazione della finanza, sarà il futuro a 5-10 anni del nostro mondo e di tante cose che oggi non riusciamo a pensare, esattamente come è accaduto ai tempi di Internet all'inizio degli anni Duemila.

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 11, 2021 02:04 ET (07:04 GMT)