MILANO (MF-DJ)--Tre anni di reclusione a Vincenzo Consoli, nel processo d'appello per il crac di Veneto Banca, celebrato nell'aula bunker di Mestre. Il giudice, scrive il Corriere Veneto, ha accolto la richiesta del pubblico ministero per l'unico imputato nel procedimento per il reato di ostacolo alla vigilanza: lo storico ex amministratore delegato, presente in aula questa mattina. Il presidente del tribunale, Carlo Citterio, aveva rinviato le parti a dopo le 14h00: tempi per la lettura della sentenza rispettati al minuto. Sentenza che, stavolta contro quanto chiesto dall'accusa, non ha confermato la confisca dei beni di Consoli.

La decisione della Corte ruotava intorno alla richiesta di una condanna a 3 anni per Consoli avanzata dai pm Maristella Cerato e Massimo De Bortoli, dopo la condanna a 4 anni in primo grado a Treviso, proprio in forza dell'intervenuta prescrizione, dopo quella per l'aggiotaggio già in primo grado, anche per il reato di falso in prospetto sull'aumento di capitale 2014, scattata già il 10 febbraio, pochi giorni dopo la sentenza di Treviso. La pm Cerato, prosegue il quotidiano, aveva poi avanzato una forte richiesta di conferma del provvedimento di confisca dei 221 milioni stabilita in primo grado nei confronti di Consoli. "Consoli era l'assoluto dominus ed era perfettamente a conoscenza della vera situazione patrimoniale della banca", aveva sostenuto De Bortoli nella requisitoria dello scorso 29 novembre. "Aveva una supremazia assoluta sulla gestione rispetto al Consiglio di amministrazione, all'internal audit, alla compliance e al collegio sindacale".

La difesa di Consoli, con l'avvocato Ermenegildo Costabile, nella sua arringa di quattro ore, il 6 dicembre, aveva replicato chiedendo invece l'assoluzione del manager, parlando di un processo frutto di "un grande equivoco". Questo perché il valore di accantonamenti e perdite sui crediti, operazioni 'baciate' per acquistare le azioni della banca con i prestiti da lei concessi e fondo per i rischi operativi furono ricalcolati con "proiezioni ex post" fatte su nuove e più stringenti regole bancarie, non corrispondenti però alle regole in vigore tra 2011 e 2013, all'epoca dei fatti al centro del processo. Proprio su questi temi si è giocata la breve schermaglia finale in apertura dell'ultima udienza. La questione era relativa alla richiesta avanzata il 6 dicembre dalla difesa di Consoli di una nuova perizia analitica su svalutazioni dei crediti, valori delle 'baciate', anche per rivedere criticamente la perizia tecnica dell'accusa, condotta dal cosulente Luca Terrinoni, per verificare se sia sostenuta dai necessari dati analitici e se i numeri siano costruiti sulle norme esistenti nel 2013 o su quelle successive. Richiesta", si legge ancora, cui si è opposto il pm De Bortoli, che ha dichiarato "superflua" una nuova perizia, sostenendo che il dibattimento ha confermato come le quantificazioni siano suscettibili di valutazioni non definitive, ma ritenendo i fenomeni, e l'ostacolo alla vigilanza, provati.

cce

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3016:48 gen 2023


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