La squadra di football della NFL di Washington ha annunciato mercoledì che d'ora in poi si chiamerà Commanders, il risultato finale di un processo di rebrand durato 18 mesi che ha incluso più di 40.000 contributi dei tifosi, innumerevoli sondaggi e focus group.

"I Commanders di Washington? Non lo so".

"Non lo odio".

Le reazioni dei fan al nuovo nome sono state contrastanti. Sui social media, alcuni erano favorevoli, altri indifferenti e altri ancora fortemente contrari.

Alcuni hanno previsto che il nuovo nome sarebbe stato abbreviato in Commies, probabilmente dai fan delle squadre rivali. Anche se alcuni commenti sono stati negativi, non sono stati paragonati al clamore suscitato dal nome originale della squadra, che è stato ampiamente visto come un insulto razziale contro i nativi americani.

Il co-proprietario della squadra, Dan Snyder, aveva a lungo contrastato le pressioni dell'opinione pubblica per il rebranding, arrivando a dire che la squadra non avrebbe mai cambiato nome.

Ma tra le richieste di giustizia razziale, dopo la morte di George Floyd, e la minaccia di perdita di sponsor, tra cui PepsiCo, Nike e FedEx - che possiede i diritti di denominazione dello stadio della squadra a Landover, Maryland - la squadra ha infine abbandonato il nome precedente di lunga data Redskins, dopo una campagna di anni da parte dei critici.

La squadra ha vinto tre Super Bowl ed è una delle franchigie più importanti della NFL, classificata da Forbes lo scorso agosto come la quinta franchigia di maggior valore della lega con 4,2 miliardi di dollari.

Molte altre squadre americane di sport professionistico e universitario hanno soprannomi che riprendono i temi dei nativi americani, tra cui gli Atlanta Braves e i Chicago Blackhawks. Entrambe hanno difeso il mantenimento dei loro nomi.

La franchigia di Cleveland della Major League Baseball ha dichiarato lo scorso luglio che avrebbe cambiato il proprio nome in Guardians da Indians dopo la stagione 2021, una mossa che ha attirato le lodi dei gruppi di nativi americani che da tempo consideravano il vecchio nome come denigratorio.