Lo dice un comunicato del governo, diffuso al termine di un consiglio dei ministri notturno, durato sei ore.

Secondo quanto riferito da una fonte, il governo ha anche dato mandato ai ministri dell'Economia e dei Trasporti per raggiungere un accordo finale con Atlantia.

Il comunicato traccia la strada per l'uscita della famiglia Benetton da Autostrade, attraverso, tra le altre cose, la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di Cdp, e, soprattutto, l'uscita di Aspi dal perimetro di Atlantia e la sua contestuale quotazione in Borsa.

In alternativa, si legge, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l'intera partecipazione in Aspi, pari all'88%, a Cdp e a investitori istituzionali di gradimento di Cassa depositi e prestiti, e con "l'impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi".

Cdp, anche se controllata dal Tesoro, agisce come un soggetto di mercato e quindi il suo debito non rientra nel perimetro di quello dello Stato.

La proposta di Aspi prevede anche l'erogazione di misure compensative a carico della società per un totale di 3,4 miliardi di euro. Il tutto è mirato a scongiurare la procedura di revoca della concessione ventilata subito dopo il crollo del ponte Morandi ad agosto 2018 e caldeggiata soprattutto dal Movimento 5 Stelle.

La rinuncia alla revoca, avverte il governo, "potrà avvenire solo in caso di completamento dell'accordo transattivo".

Considerato il contenuto delle proposte, il consiglio dei ministri ha ritenuto di avviare l'iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione.

La restante parte del capitale di Aspi è detenuta da Allianz e dalla cinese Silk Road Fund.

Atlantia intorno alle 12,20 balza del 24,25% a 14,23 euro grazie al venir meno del rischio di revoca della concessione, che avrebbe potuto mandare in bancarotta il gruppo appesantito da circa 10 miliardi di euro di debiti.