Il governo dello Stato del Karnataka, che ospita l'hub tecnologico indiano di Bengaluru, ha approvato un disegno di legge che prevede l'obbligo di riservare il 50%-70% di posti di lavoro ai locali nelle aziende, una mossa che potrebbe rendere più difficile per le aziende globali che vi operano attrarre talenti.

Bengaluru ospita circa 14 milioni di persone e migliaia di startup indiane e aziende internazionali, da Walmart a Alphabets Google, operano dalla città metropolitana nel sud dell'India. Anche Infosys e Wipro, due giganti tecnologici indiani, operano dalla città.

La bozza di legge, visionata da Reuters, indica ai datori di lavoro di assumere il 50% di candidati locali nei posti di lavoro dirigenziali e il 70% nei posti di lavoro non dirigenziali.

Il disegno di legge dovrà ora essere approvato dalla legislatura statale per diventare legge.

Il disegno di legge rende inoltre obbligatorio per le industrie di proprietà privata assumere il 100 percento di locali, colloquialmente noti come "Kannadigas", nei lavori di tipo "blue collar", ossia quelli che comportano un lavoro manuale, ha dichiarato il Capo Ministro dello Stato, Siddaramaiah.

"È desiderio del nostro governo che i Kannadigas non vengano privati del lavoro... e che venga data loro l'opportunità di costruirsi una vita confortevole nella madrepatria", ha dichiarato in un post sui social media Siddaramaiah. (Reportign di Hritam Mukherjee Haripriya Suresh; reportage aggiuntivi di Sai Ishwarbharath B, Ashwin Manikandan, Dimpal Gulwani e Nishit Navin; Editing di Aditya Kalra e Christina Fincher)