Sebbene i timori di una recessione globale limitino i guadagni, intorno alle 13,35 i futures sul Brent sono in aumento di 2,9 dollari, o del 3,06%, a 97,57 dollari al barile, e vanno verso un guadagno settimanale di oltre il 2%.

I futures sul greggio statunitense Wti guadagnano 3,12 dollari, o il 3,54%, a 91,29 dollari, indirizzati verso un rialzo settimanale di oltre il 4%.

Entrambi i contratti sono sostenuti dall'indebolimento del dollaro, che può favorire la domanda di petrolio rendendo i beni più economici per chi possiede altre valute.

Se da un lato i timori per la domanda pesano sul mercato, dall'altro l'offerta dovrebbe restare limitata a causa dell'embargo che l'Unione europea ha deciso di imporre sul petrolio russo e del calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

Il divieto Ue sulle importazioni di greggio russo entrerà in vigore il 5 dicembre. Sono ancora in fase di discussione i dettagli del G7 sul price cap, finalizzato a ridurre i vincoli sulle forniture russe al di fuori dell'Ue.

La Cina, nel frattempo, sta mantenendo le severe restrizioni anti-Covid, dopo che ieri si è registrato il maggior aumento dei casi da agosto, sebbene un ex funzionario cinese addetto al controllo della pandemia abbia detto che presto saranno apportate modifiche significative alla politica del Paese in materia.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)