MILANO (MF-DJ)--Spauracchio Apple Pay o nuovo business da cavalcare? Tra le società di credito al consumo c'è chi non vede l'ora che entri in vigore la nuova direttiva europea che regolerà in dettaglio strumenti come il buy now pay later, letteralmente «compri oggi e paghi domani», che consentono di pagare a rate e a costo zero. Ma c'è anche chi è pronto ad approfittare dell'assenza di regole di cui godono oggi questi strumenti, destinata a durare almeno per altri due anni. Gli interrogativi sono tanti, così come lo stato di allerta delle banche davanti all'annuncio, nei giorni scorsi, di un colosso come Apple di entrare in autunno, nel mercato del buy now pay later, a partire dagli Usa ma guardando anche all'Europa e in Italia, aggiungendosi ad altri giganti del calibro di PayPal e Amazon, insinuatisi in «un vuoto normativo» delle regole attuali.

«Ad oggi i finanziamenti inferiori ai 200 euro, le operazioni a costo zero e quelle che prevedono un rimborso entro tre mesi e spese solo di entità trascurabile non rientrano nella disciplina del credito al consumo», spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, l'Associazione italiana del credito al Consumo e Immobiliare. In pratica società di pagamento come Apple Pay possono offrire strumenti, che nei fatti sono finanziamenti, in pochi secondi, con una valutazione del merito creditizio dei clienti molto semplificata e senza informativa precontrattuale. Un bel vantaggio. Un mercato che nel 2008, quando la direttiva attualmente in vigore venne approvata, era praticamente inesistente ma che con il boom degli acquisti Internet è lievitato e che è destinato a crescere a ritmi accelerati. «La bozza della nuova direttiva sul credito al consumo regola strumenti finora esclusi come il buy now pay later ma il recepimento negli Stati membri non avverrà prima del 2025», spiega ancora Piano Mortari. Davanti ci sono quindi almeno altri due anni in cui questo mercato potrà continuare a crescere senza regole, con i colossi tecnologici che potrebbero travolgere il settore del credito al consumo, presidiato in Italia da grandi gruppi come Compass o Findomestic, in un mercato che vale oggi più di 72 miliardi.

«Ad oggi Amazon ha scelto di offrire prodotti con la formula del buy now pay later affidandosi a società di credito al consumo esterne, verosimilmente partendo dal presupposto che la marginalità di questo mercato è più bassa rispetto al loro core business», spiega Piano Mortari. In pratica i colossi della distribuzione hanno continuato a fare il loro mestiere operando in partnership con società di credito al consumo che da questa attività ci hanno guadagnato. E pure lo sbarco di Apple Pay nel settore del buy now pay later dovrebbe essere limitato ai prodotti della casa di Cupertino. Insomma, niente guerra aperta, almeno per ora ma i rischi di una spinta al ribasso dei margini di guadagno del settore del credito al consumo sono evidenti e nel mercato ci sono pure società più piccole che la formula del buy now pay later non ce l'hanno in gamma e che non vedono l'ora che la nuova direttiva europea uniformi le regole.

red/lde

MF-DJ NEWS

1008:25 giu 2022


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