MILANO (MF-DJ)--Prende avvio oggi una settimana particolarmente calda per due dei principali attori del settore bancario italiano. Oggi si riunisce il Cda di B.Mps che farà il punto sul "capital plan". Una riunione preliminare rispetto a quella del 19 gennaio, in cui la banca dovrà mettere a punto il piano di capitale da sottoporre entro il 31 gennaio alla Bce.

Su questo fronte l'istituto, che ha di recente approvato un nuovo piano industriale sottoposto al Tesoro e sul quale è in corso un'interlocuzione con l'Ue, è impegnata a definire le modalità del suo fabbisogno di capitale, quantificato tra 2 e 2,5 miliardi di euro.

Mercoledì 13 si terrà inoltre un Consiglio comunale per affrontare il tema del futuro dell'istituto senese. Non va dimenticato che il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, sta lavorando per una Mps indipendente sul territorio e nei giorni scorsi si sono susseguite indiscrezioni circa una sorta di banca tascabile che manterrebbe il marchio e circa 300 filiali in Toscana per un periodo transitorio di 2-3 anni.

La questione è anche politica, con il Movimento Cinque Stelle che nel corso del weekend è tornato ad osteggiare una fusione con Unicredit. "Non sono concepibili operazioni in conflitto di interessi, ecco perché le strade da intraprendere per Mps devono essere all'insegna della trasparenza prima di tutto nell'interesse degli italiani", ha spiegato il deputato pentastellato Davide Zanichelli, componente della commissione Finanze. Non possiamo avallare regali". L'M5S mette sotto accusa alcune azioni portate avanti: "prima la norma in manovra per trasformare le Dta di Mps in crediti d'imposta di cui si avvantaggerebbe Unicredit in caso di matrimonio; poi l'indicazione dell'ex ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, "eletto a Siena e di recente dimessosi da deputato, successivamente i piani per liberare la stessa Unicredit dal fardello della cause legali di Mps". I pentastellati ritengono che lo Stato debba "salvaguardanone l'italianità" e mantenere la partecipazione nel capitale, almeno in questa fase. Una richiesta che trova in parte d'accordo anche i sindacati preoccupati per la tutela dell'occupazione.

Intanto tra oggi e domani si riunisce il Comitato nomine di Unicredit, al momento la principale indiziata per una fusione con il Monte. Il Comitato nomine esaminerà la rosa di candidati ad assumere la carica di a.d., dopo l'annunciato passo indietro di Jean Pierre Mustier che rimarrà in carica fino alla nomina del nuovo Ceo per garantire una transizione ordinata. Mercoledì il Cda della banca di Piazza Gae Aulenti dovrebbe compiere un passo avanti nel processo di selezione riducendo la rosa di nomi a meno di cinque nomi.

La nomina dell'a.d. della seconda banca italiana si intreccia con il futuro del Monte: sarà il prossimo timoniere dell'istituto milanese a ufficializzare una trattativa e a decidere se proseguire o meno nell'intento di M&A. Il Cda di Unicredit ha già messo le mani avanti dicendo che la fusione non dovrà intaccare i requisiti patrimoniali della banca. E - in base a quanto emerso nei giorni scorsi - Unicredit si è già mossa per chiedere una dote maggiore al Governo per proseguire nelle nozze: questa passerebbe anche da un corposo scorporo di Npl che passerebbero ad Amco. Oggi il Cda di Mps metterà un tassello in più al complicato puzzle per la definizione del suo futuro.

cce

MF-DJ NEWS

1110:50 gen 2021

(END) Dow Jones Newswires

January 11, 2021 04:53 ET (09:53 GMT)