MILANO (MF-DJ)--Rally per B.Mps, con la Borsa che scommette sul fatto che il 2023 sará l'anno dell'aggregazione per Siena. Il titolo e' balzato del 6,52% a 2,05 euro.

La banca in ottemperanza all'informativa mensile al mercato richiesta da Consob, relativa alle azioni poste in essere e previste per il mantenimento delle condizioni di continuitá aziendale, ribadisce che la positiva conclusione dell'operazione di aumento di capitale per 2,5 mld di euro, avvenuta il 4 novembre scorso, e la realizzazione di importanti azioni previste nel Piano Industriale 2022-2026 fanno ritenere che siano superati i dubbi significativi sulla continuitá aziendale che erano stati dichiarati nelle rendicontazioni precedenti il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2022, segnando una positiva svolta nella gestione della banca.

Per ora, sottolinea MF-Milano Finanza, il governo di Giorgia Meloni non ha scoperto le carte sul futuro della banca, ma diversi osservatori prevedono che la ricerca del partner possa ripartire giá nella seconda metá del 2023.

Il Monte ricapitalizzato e rilanciato da Luigi Lovaglio sará valutato ai multipli di una normale banca commerciale e l'aggregazione si preannuncia come un vero e proprio deal di mercato. Per il momento non ci sono canali aperti, come sottolineato nei giorni scorsi da MF-DowJones, ma il candidato favorito in ambienti finanziari rimane Banco Bpm, sostenuto dal Credit Agricole.

La scorsa settimana la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto che in Mps "è stato fatto un aumento di capitale, c'è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida, lavoriamo per assicurare un'uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano piú poli bancari".

Un anno fa, ricorda MF-Milano Finanza, il Montepaschi attraversava un periodo di profonda incertezza. Per la banca senese controllata dal Tesoro (primo socio al 64%) era appena saltato il matrimonio con Unicredit, il ceo Guido Bastianini era prossimo alla defenestrazione e all'orizzonte incombeva una ricapitalizzazione pari a un multiplo del valore di mercato dell'istituto.

Il governo Draghi scelse di affidare il turnaround a Luigi Lovaglio, un banchiere che si era fatto le ossa nelle ristrutturazioni di Bank Pekao e del Credito Valtellinese e che, almeno sinora, si è dimostrato all'altezza delle aspettative dell'azionista.

Dopo essere entrato in carica a febbraio, scrive MF-Milano Finanza, Lovaglio si è subito messo al lavoro sul nuovo piano industriale, presentato a metá giugno. Probabilmente l'aumento di capitale da 2,5 miliardi lanciato in ottobre non sarebbe arrivato in porto senza l'equity story delineata nel documento.

L'obiettivo strategico? Avere un istituto ripulito dagli npl, con un rapporto cost/income entro il 60% e un rischio di cause legali mitigato dalle assoluzioni degli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. La strada per chiudere l'aumento non è comunque stata in discesa, anzi.

Partita in un periodo di forte instabilitá economica e istituzionale, l'offerta è rimasta in bilico fino all'ultimo. Solo la moral suasion che il Tesoro ha esercitato sulle fondazioni, sulle casse di previdenza e su alcuni primari asset manager italiani è riuscita sbloccare l'operazione, che ha così potuto chiudersi con adesioni al 96,3% e un inoptato di 93 milioni, prosegue MF-Milano Finanza.

Un ruolo importante è stato giocato anche dalle fondazioni che hanno versato nel Monte un centinaio di milioni, sotto la regia del presidente dell'Acri Francesco Profumo. Nel nuovo capitale del Monte gli enti hanno così una partecipazione complessiva del 3%, con la Fondazione Mps (ex socio di maggioranza di Siena) allo 0,4% dopo un investimento da 10 milioni. Grazie ai capitali raccolti sul mercato il Monte ha potuto sostenere il costo dei 4.125 esuberi e accelerare sul processo di ristrutturazione previsto dal piano.

Ulteriori tappe saranno l'integrazione del consorzio operativo e delle controllate Mps Capital Services e di Mps Leasing & Factoring, mentre un contributo decisivo sul fronte reddituale sta arrivando dall'aumento dei ricavi legato ai tassi. Giá nel terzo trimestre dell'anno le banche italiane hanno registrato incrementi del margine di interesse superiori al 10%. Se questo trend si stabilizzasse nel medio termine - ritengono diversi analisti finanziari - l'azione di risanamento di Lovaglio sarebbe giá in discesa.

pl


(END) Dow Jones Newswires

January 02, 2023 12:02 ET (17:02 GMT)