LONDRA (awp/ats/ans) - Il gruppo britannico del lusso Burberry chiude il primo trimestre con ricavi in calo (-20%) e peggiori delle attese. Questo spinge la società inglese a sospendere il pagamento dei dividendi rispetto all'anno fiscale 2025.

Le vendite al dettaglio sono state pari a 458 milioni di sterline (531 milioni di franchi). Il Ceo Jonathan Akeroyd si è dimesso e lascia la società con effetto immediato e il consiglio di amministrazione (Cda) ha subito nominato Joshua Schulman come nuovo amministratore delegato e direttore esecutivo.

"La nostra performance nel primo trimestre è deludente. Se la tendenza attuale persisterà durante il secondo trimestre, prevediamo una perdita", commenta il presidente del Cda Gerry Murphy in una nota. "Alla luce della situazione attuale, abbiamo deciso di sospendere il pagamento dei dividendi. Ci aspettiamo che le azioni che stiamo intraprendendo, compresi i risparmi nei costi inizino a portare un miglioramento nella nostra seconda metà dell'anno".

Le azioni Burberry sono scese fino al 12% al minimo da 14 anni dopo le comunicazioni aziendali.

Il rallentamento delle vendite registrato nel primo trimestre è però continuato fino a luglio, osserva la dirigenza, e questo fa temere al gruppo una perdita operativa per il primo semestre ma anche per tutto l'anno fiscale 2025. Burberry ha cercato di reagire ma l'orizzonte è fosco: "ci aspettiamo ricavi all'ingrosso in calo di circa il 25% nel primo semestre e del 30% per l'intero anno, spese in conto capitale di circa 150 milioni di sterline, un impatto dei cambi per circa 55 milioni sui ricavi e di circa 20 milioni sull'utile operativo nell'anno fiscale 25".

"Operiamo in un contesto di rallentamento della domanda del lusso che colpisce tutte le regioni chiave", spiega il gruppo. "L'incertezza macroeconomica contribuisce al rallentamento del settore" e così tutte le regioni appaiono colpite al di fuori del Giappone.

In Asia Pacifico le vendite sono diminuite del 23%, con la Cina continentale del 21%, in Asia meridionale Pacifico del 38%, per la Corea del Sud -26% e solo in Giappone registrano un segno positivo, +6% " beneficiando della forte spesa turistica soprattutto da parte dei cinesi e clienti vicini in Asia, mentre i clienti locali sono rimasti deboli".

In America le vendite sono diminuite del 23%, in area Emeia è scesa del 16% con un peggioramento della spesa locale rispetto allo scorso trimestre.